“Piano Marshall” per salvare la Grecia

Nel vertice dell’eurozona appena concluso si è deciso di varare un provvedimento eccezionale per arginare la crisi della Grecia. Il programma di salvataggio, una sorta di nuovo Piano Marshall, consiste nell’intervento del settore finanziario “su base volontaria” per scambio di bond, “rollover” e “buyback”; è previsto inoltre l’intervento del Fondo salva-stati (Efsf) per “finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti governativi”.

Questi provvedimenti sono contenuti in un documento messo all’approvazione dei ministri della Ue, che verrà probabilmente messo in atto in breve tempo. Per quanto riguarda la Grecia, si prevede il prolungamento dei prestiti al “massimo possibile”, da 7 anni e mezzo a un minimo 15 anni. I prestiti concessi avranno un tasso equivalente alla “facility” per il sostegno alla bilancia dei pagamenti (attualmente attorno al 3,5%) “senza andare sotto il costo di finanziamento dell’Efsf”. Nella bozza del documento si parla di “un meccanismo che assicuri incentivi appropriati per attuare il programma inclusi accordi sui collaterali se appropriato”. Il riferimento al Piano Marshall – piano di sostegno economico varato dagli Stati Uniti a sostegno della crescita europea dopo il secondo conflitto mondiale – è dovuto al fatto che l’Ue ha intenzione di stanziare alcuni fondi per sostenere e incrementare gli investimenti in Grecia. Secondo i calcoli dell’Institute of International Finance, che rappresenta circa 400 banche internazionali, la Grecia avrebbe bisogno di circa 170 miliardi nei prossimi tre anni.

Lo strumento utilizzato per salvare la Grecia sarà L’Efsf, il Fondo salva-stati: “sulla base di programmi di precauzione con condizionalità adeguata, finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti governativi incluso in paesi non sottoposti a programma; intervenire nel mercato secondario sulla base dell’analisi della bce riconoscendo l’esistenza di circostanze eccezionali e con decisione unanime degli stati membri dell’Efsf”.

Tramite queste soluzioni approvate nel vertice dell’eurozona, si potrà evitare il default selettivo per la crisi greca prospettato stamattina anche dopo il vertice tenutosi nella notte tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. I due leader erano arrivati ad un accordo che non prevedeva una tassazione sulle banche, ma solo un default selettivo. L’accordo riguarda i 17 paesi dell’eurozona e, dalle indiscrezioni diplomatiche, pare che il prestito alla Grecia potrebbe arrivare a 71 miliardi e che la partecipazione dei privati potrebbe ‘valere’ 18-20 miliardi di euro.

Il premier italiano Silvio Berlusconi è arrivato in leggero ritardo al summit con gli altri paesi europei. Dalle cronache il Presidente del Consiglio è sembrato di pessimo umore e non ha rilasciato alcuna dichiarazione.

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