Dieci anni senza Montanelli

Oggi, 22 Luglio, cade il 10° anniversario della morte di Indro Montanelli. Le occasioni per commemorare questa data sono tante, ma spesso si finisce a parlare solo del suo rapporto con Berlusconi nel 1994. Montanelli è stato un grande giornalista, una figura importante che ha raccontato per oltre settant’anni la storia del secolo scorso. La carriera di Montanelli è stata lunga e ricca di riconoscimenti, anche se negli ultimi anni si parla di Montanelli solo per il suo rapporto con Berlusconi. Il giornalista iniziò il suo rapporto con il Cavaliere nel 1977, accettando dei finanziamenti da parte dell’allora costruttore edile Berlusconi. Montanelli era un uomo di destra, ma dopo la “discesa in campo” del Cavaliere di Arcore non tardò a schierarsi apertamente contro di lui.

Visti i suoi trascorsi, Montanelli oggi è visto dagli antiberlusconiani come un uomo vicino alla “vera” destra, che ha rinnegato Berlusconi. I berlusconiani, invece, non fanno altro che accusare gli antiberlusconiani di peccare di incoerenza, visto che erano loro stessi che definivano Montanelli un giornalista conservatore da dover fermare a tutti i costi. Il rapporto di Montanelli con Berlusconi è stato un rapporto particolare, partito come un sodalizio ben voluto da entrambi, finito poi in tragedia quando Berlusconi decise di entrare in politica. Ovviamente Montanelli non si risparmiò, nemmeno di fronte a quello che per lui era stato “il miglior editore che un direttore si potesse augurare”. Ci sono alcuni aneddoti che rispecchiano perfettamente le ultime fasi del rapporto fra i due: Marco Travaglio racconta di una visita di Montanelli ad Arcore, durante la quale Berlusconi portò Montanelli a visitare il mausoleo funebre della villa e, giunti presso la sala dei loculi, gli avrebbe offerto un posto vicino a Previti, Dell’Utri e se stesso. Ma Montanelli declinò l’offerta, rispondendo: «Domine, non sum dignus». Questo non è che un esempio di ciò che fu il rapporto tra Montanelli e Berlusconi: non va dimenticato che arrivò a paragonarlo a Mussolini.

E’ giusto ricordare Montanelli per questo, per la sua opposizione rigorosa nei confronti della nuova figura nascente dell’imprenditore-politico: non era solo un andare contro a Berlusconi, ma contro quello che Berlusconi rappresentava e continua a rappresentare. Ma Montanelli è stato molto altro nei suoi ultimi anni di attività e deve essere ricordato anche per questo: la sua decisione di abbandonare “Il Giornale”, di rifiutare la direzione del “Corriere della Sera” perchè non gli fu permesso di assumere i redattore del suo precedente giornale, la fondazione del “La Voce” e il tentativo di creare un quotidiano diverso da tutti gli altri, a prescindere dall’orientamento politico del suo direttore.

Ma oltre a tutto ciò, non si può e non si deve dimenticare la carriera di Montanelli prima degli anni ’90, durante la quale ha sempre dimostrato di essere un grande narratore, un giornalista senza pari, un uomo che nel giornalismo ha fatto scuola. E’ stato, sempre col suo particolare modo di essere e di scrivere, uno dei personaggi più importanti del nostro Paese, non solo l’ennesimo giornalista che si è schierato contro Berlusconi.

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