La Grecia salvata con swaps, roll-over e buy back

C’è un moderato ottimismo in Europa, dopo il vertice di Bruxelles di due sere fa, che avrebbe trovato una soluzione definitiva alla questione del debito di Atene. Dopo lunghe trattative tra Germania e Francia, su posizioni diverse rispetto ai modi con cui risolvere il dramma greco, finalmente si sarebbe giunti a un’intesa, che avrebbe il pregio di non lasciare più i mercati in balìa di un’attesa infinita e snervante, che è stata la causa primaria del riacutizzarsi delle tensioni finanziarie.

Sono tre le mosse che porteranno la Grecia (si spera!) fuori dai guai. La prima si chiama “swaps” e si tratta di uno scambio di titoli. In sostanza, il fondo salva-stati potrà ritirare dal mercato titoli greci, considerati tossici o carta straccia, scambiandoli con altri titoli. Una seconda modalità è quella del “roll-over”. In sostanza, i prestiti già effettuati dall’Europa alla Grecia saranno allungati e restituiti a scadenze più lunghe. Ciò viene considerato di fatto un default, ma onestamente il fallimento avrebbe a che fare con titoli emessi sul mercato, mentre qui siamo in presenza di aiuti tra istituzioni pubbliche, per cui ammesso si tratti di default, non riguarderebbe il mercato.

Altro punto è il “buy-back“. Il fondo salva-stati racimolerebbe sul mercato i titoli greci, pagandoli ovviamente a un prezzo più basso, ma così impedendo la crisi di liquidità e di solvibilità della Grecia alle scadenze prossime.

Il piano vale 109 miliardi, se ci limitiamo ai soli fondi pubblici, ma arriva a 160 miliardi, se includiamo i 50 miliardi di euro di aiuti, che proverranno dal settore bancario e finanziario privato, coinvolto su base volontaria.

 

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