USA, si avvicina default e Obama spera nell’ultima chiamata

Mancano dieci giorni per il raggiungimento legale del tetto di 14.300 miliardi di dollari di debito. Dopo il 2 agosto, infatti, il governo federale non avrebbe più alcuna autorizzazione a fare altre spese, anche per il pagamento di quelle già previste, perchè non glielo consentirebbe la legge. Se ben pochi credono che il default ci sia davvero, tuttavia, ormai i tempi sono così ristretti che la paura inizia a serpeggiare tra i mercati, tanto che molte banche e istituti finanziari stanno studiando da giorni il modo per evitare che tale default possa comportare loro perdite, anzi, valutando le mosse per lucrare da una tale situazione.

Il problema è che i titoli di stato USA, i Treausuries, sono considerati liquidi, al pari della moneta cartacea, ma adesso le riserve in bond rischiano di essere soggette a un periodo di impossibilità di smobilizzo, con conseguenze forti sulle politiche del credito e aziendali.

Ieri, Obama ha preso atto con viso vistosamente contrito della mancanza di un accordo, con lo speaker della Camera, John Boehner, Repubblicano, che si è alzato dal tavolo delle trattative e inviando una lettera ai suoi colleghi, spiegando che un accordo non è mai stato vicino ad essere raggiunto, nè è prevedibile che possa essere raggiunto, a causa di diverse visioni tra Repubblicani e Democratici sul Paese.

Oggi, alle 17.00, ci sarà l’ultimo tentativo di Obama di trovare un’intesa, dopo di che l’ipotesi di un default non sarebbe pura teoria. Certo, mancano ancora dieci giorni e nulla esclude che un’intesa venga raggiunta anche a poche ore dalla data fatidica. Ma bisognerà vedere se sarà poi troppo tardi per rasserenare i mercati in allarme.

 

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