Le due mosse di Silvio per sbarazzarsi della Lega

Le dichiarazioni di ieri del premier sul caso Papa e sull’atteggiamento della Lega hanno confermato il clima di irritazione che Berlusconi nutre verso gli alleati. Ma a differenza di altri fastidi in questa stessa legislatura, stavolta il sentimento del presidente del consiglio verso la Lega potrebbe essere paragonato a quello che egli ebbe nei mesi e anni precedenti verso Casini prima, Fini dopo. Dice qualcosa? Certo. Si tratta di due “ex” alleati con cui il premier ruppe l’alleanza a causa dell’impossibilità di proseguire in un cammino comune. Ora, le cose con il Carroccio saranno un pò diverse, perchè si tratta di un partito radicato al Nord, ossia nella porzione di territorio più produttiva e ricca del Paese, contro il quale non si può governare. Inoltre, quale che sia la legge elettorale, un partito con voti concentrati in poche, ma determinanti regioni, rischia di essere la croce e delizia degli altri partiti alleati o avversari. Per questo, bisognerà fare attenzione.

Detto diversamente, prima di rompere con la Lega, il tandem Silvio-Alfano studierà le strategie per sottrarre consenso alla Lega, ma senza perderlo al Sud. Come fare? Per rispondere a questa domanda, bisogna tornare a oltre un anno fa, prima che Fini creasse lo sconquasso nel PDL e nella maggioranza. Già allora il premier aveva intavolato una trattativa con esponenti de La Destra, soprattutto con il vice di Storace, Nello Musumeci. La ragione era quella di recuperare il partitino che non viaggia mai oltre al 2% dei voti all’interno dell’alleanza di centro-destra, ma con una strategia di radicamento di questa formazione, in quelle aree del Paese in cui la destra storica aveva lasciato troppo spazio ad altre formazioni, come il Carroccio, di fatto scomparendo.

Di quel piano non se ne fece quasi nulla, se non il recupero di Storace e i suoi dentro l’alleanza e il governo, con Nello Musumeci sottosegretario al Lavoro. Adesso Berlusconi potrebbe e dovrebbe dar vita alla fase due di quel progetto, ossia permettere a La Destra di radicarsi nel Nord del Paese, con i toni e i programmi tanto cari a una certa parte dell’elettorato nordista, cosa che porterebbe via, in un lasso di tempo ragionevole, molti voti alla Lega Nord, travasandoli in una formazione di caratura nazionale, pertanto, con cui è più ragionevole dialogare.

Ma la chiusura del fronte a destra dovrebbe essere accompagnata da un’alleanza per recuperare i centristi dell’UDC. Il Terzo Polo è una finzione di Casini, per aumentare le sue quotazioni. Pensate che egli abbia voglia di spartirsi un partito con Lombardo e Fini? In definitiva, lo schema finale sarebbe PDL-La Destra-UDC. Berlusconi e Alfano meditino!

 

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