Da Feltri a Borghezio, la strage in Norvegia vista (male) dall’Italia

Non è sempre un male che il peso politico del proprio paese non sia poi così eccessivo, che la classe dirigente dell’Italia non abbia grandi credenziali fuori dai nostri confini o ancora che i media nostrani non siano considerati poi alla stregua dei più importanti del pianeta: a volte ci si può considerare fortunati anche a vedere la propria nazione un pò più in giù nella classifica degli stati più potenti. In questo modo si può evitare che le dichiarazioni di personaggi come Borghezio o Feltri abbiano una eco eccessiva: immaginatevi quale potrebbe essere la reazione di Sarkozy nel sentire un eurodeputato affermare che le idee di Anders Behring Breivik, il fondamentalista cristiano che ha ucciso oltre novanta persone in Norvegia, siano “condivisibili”.

E pensate anche alla faccia del premier del paese scandinavo nel leggere l’editoriale pubblicato sulla prima pagina de “Il Giornale” dove si lascia intendere che le vittime e i superstiti della sparatoria di Utoya hanno peccato di egoismo e di viltà.

Meglio non pensarci, meglio che queste uscite restino all’interno della nostra nazione: sorbiamoci noi Borghezio che nella trasmissione radiofonica La Zanzara, ritiene le posizioni di Breivik “condivisibili”  e simili a “quelle sostenute dai movimenti che in Europa vincono le elezioni” e non contento aggiunge che in alcuni casi le idee dell’attentatore norvegese “sono ottime”, per poi concludere bollando come sacrosanto “il sostenere la necessità di una forte risposta cristiana, anche in termini di crociata, contro questa deriva islamista, terrorista e fondamentalista della religione islamica”.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=tcFi_Wd1Yl0[/youtube]

Facciamo che restino tra noi italiani anche le idee di Feltri, con il suo editoriale dal titolo “Quei giovani incapaci di reagire”, con la sua disanima sulla tragedia norvegese che sembra quasi voler puntare a colpevolizzare le vittime. Teniamocela noi la sua “dotta” analisi che parte dalla folle sparatoria di Utoya e arriva alla conclusione che nell’uomo è scomparsa la “capacità e l’attitudine a combattere a favore della comunità” e prevalgono invece “egoismo e egotismo”. Subiamoceli noi, quasi come fosse una punizione: perché in fondo siamo noi a votarli e a leggere i loro giornali, noi che consentiamo loro di gettare nella vergogna il nostro paese.

 

 

 

 

Impostazioni privacy