Strage Norvegia, Breivik tira in ballo due cellule

Salgono a 93 le vittime del massacro dello scorso sabato, quando il 32enne norvegese Anders Behring Breivik ha sparato sull’isola di Utoya, dove si stava tenendo un campo estivo dei giovani del Partito Laburista, mentre a Oslo è stato posto un ordigno davanti a un edificio non distante dalla residenza del premier Jens Stoltenberg. Circa una novantina i feriti, tra cui una ventina in condizioni gravissime. Ieri, esattamente a mezzogiorno, la Norvegia si è fermata, per commemorare le vittime della strage con un minuto di silenzio. L’osservanza del silenzio è stata rispettata anche in Danimarca e Svezia, gli altri due stati scandinavi.

E mentre continuano le indagini per scoprire come sia stato possibile un fatto del genere, alla luce del giorno, senza che la polizia abbia potuto intervenire tempestivamente, in tutta la Norvegia dirompe la polemica sia sulla tempestività dell’intervento delle forze dell’ordine, sia sulle conseguenze penali a carico di Breivik.

Nella tranquilla Norvegia, infatti, il sistema giudiziario è profondamente caratterizzato da pene miti, che non solo non prevedono l’ergastolo, ma il numero massimo di anni previsti per il più grave dei reati, quale potrebbe essere questo, è di soli 21 anni. E quasi automaticamente, fino ai due terzi della pena vengono solitamente sospesi, con la possibilità per un condannato di uscire prima dal carcere. E dopo avere scontato anche solo un terzo degli anni comminati, si può già usufruire di permessi premio che offrono la possibilità di trascorrere a casa il fine settimana.

Insomma, a essere brevi, se Breivik dovesse prendere il massimo della pena, tra non più di otto anni circa potrebbe anche uscire definitivamente dal carcere. E malgrado per i casi più gravi sia prevista la possibilità per il giudice di comminare una pena aggiuntiva di cinque anni, portando a 26 anni il massimo della pena, nel Paese monta la rabbia.

E interrogato in udienza al tribunale di Oslo, Breivik ha parlato di due cellule che lo avrebbero aiutato a organizzare l’attentato e la strage. Le indagini, pertanto, si starebbero concentrando su un uomo polacco, già sotto torchio della polizia polacca, e su una presunta pista inglese. Nonostante si sia dichiarato responsabile della strage, Breivik non si dichiarerà colpevole.

Impostazioni privacy