Borghezio sospeso dal Carroccio per 3 mesi per le frasi sulla strage in Norvegia

Il Consiglio Federale della Lega Nord ha sospeso per tre mesi l’europarlamentare Mario Borghezio dopo le sue dichiarazioni sulla strage in Norvegia di una settimana fa. Borghezio aveva definito buone alcune idee dell’attentatore Anders Behring Breivik e alcune persino ottime. Dopo lo sdegno e l’imbarazzo che tali affermazioni avevano suscitato tra l’opinione pubblica non solo italiana, lo stesso euro-deputato era stato invitato a sanare le sue dichiarazioni. Cosa che ha fatto, porgendo le sue scuse e le condoglianze all’ambasciata norvegese in Italia. Con la decisione del Consiglio Federale, Borghezio è fuori dal partito di Bossi per tre mesi e decade da presidente del Carroccio per il Piemonte. Appresa la notizia per bocca del presidente della Regione Piemonte, Cota, Borghezio ha affermato di avere accettato senza esitazione la decisione del partito, ma ha ribadito che le sue posizioni sarebbero state strumentalizzate, per quanto ammette “di averla fatta un pò fuori dal vaso”.

Lo stesso deputato leghista a Strasburgo ha voluto chiarire il senso delle sue dichiarazioni, che hanno suscitato un tale imbarazzo. Egli voleva affermare che il paradigma della società aperta genera mostri, per reazione, come Breivik. Al contrario, ha aggiunto, di volersi battere contro una società multirazziale, ma non ricorrendo alla violenza, come lo squilibrato di Oslo, ma cercando di dare altre risposte all’esigenza avvertita dai popoli di tutela della loro identità.

Ad ogni modo, non c’è spazio per filosofeggiare. Le affermazioni di Borghezio sono state così grosse che hanno spinto tutti i suoi colleghi di partito all’Europarlamento a firmare una lettera di condanna in cui si esprime solidarietà alle vittime dell’attentatore, ribadendo la contrarietà a ogni forma di violenza su presupposti religiosi, etnici e linguistici. Così come si condannano le violenze degli estremisti islamici, altrettanto lo si fa con quelle di Breivik, si legge nella lettera. Borghezio ha anche voluto soffermarsi sulle tensioni interne alla Lega, tra il cosiddetto “cerchio magico” attorno a Bossi e i parlamentari vicini a Maroni.

“Non faccio parte di alcun cerchio magico – ha detto l’europarlamentare – ma semmai del cerchio operaio”, ricordando come il Senatùr abbia sempre insegnato a essere operai della politica. Dal suo punto di vista, sarebbe dovere di ciascun leghista stare con Bossi.

 

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