San Raffale, verso scorporo delle attività in due società

La Fondazione Monte Tabor, a capo della holding di cui fà parte il San Raffaele di Milano, si starebbe accincengo al prossimo cda a mettere all’ordine del giorno la creazione di due società, all’interno delle quali saranno scorporate le attività dell’ospedale milanese. In una società andrebbero le attività “core”, ossia tutto ciò che riguarda la sanità, la ricerca e l’università. In un’altra società, andrebbero, invece, tutte le attività attualmente in perdita, non direttamente legate allo scopo sociale, ossia alla sanità. Sarebbe cioè una “bad company“, sull’esempio di molte altre iniziative, spesso di tenore pubblico, che mirano a risanare la parte sana di un’azienda, raggruppando le attività in perdita in un’unica veste societaria a parte.

Per questa ragione, a risanamento del debito da un miliardo di euro, sarebbe anche avviato un possente piano di dismissioni di immobili. Su questo punto, tuttavia, non è ancora concesso sapere quali attività possano essere vendute. Ad esempio, cosa si farebbe di quelle attività “core”, che tuttavia sono in perdita?

Per ora si sa di certo che sarebbero destinati alla vendita gli immobili (terreni, fabbricati) acquistati sotto la guida di Don Verzè in Brasile, Paese in cui sono state create diverse strutture ospedaliere tra le fazendas. Le operazioni immobiliari di Don Verzè qui sarebbero state molto fruttifere, se è vero che terreni acquistati per mezzo milione iscritto a bilancio, oggi ne valgono almeno 26 milioni di euro. E’ l’effetto congiunto della rivalutazione del creal brasiliano, la valuta dello stato carioca, e dell’apprezzamento di valore dei terreni e dei fabbricati.

Per il resto, molti immobili in Italia sono intoccabili, anche perchè fungono da garanzia ipotecaria per la Banca Europea di investimento, che ha concesso un prestito di 165 milioni di euro.

 

 

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