Violenta repressione in Siria, Londra: “L’intervento in Siria non è una possibilità remota”

Nel giorno dopo la violenta repressione del regime di Bashar al Assad ai danni dei manifestanti siriani, l’Inghilterra manda un chiaro segnale: l’intervento militare non è lontano. Ieri infatti, nella città siriana di Hama, oltre cento persone sono rimaste uccise in seguito ad una rappresaglia ordinata dal dittatore Bashar al Assad. Nonostante la condanna ricevuta dalla comunità internazionale per la strage di ieri, oggi Assad si è complimentato con i suoi militari per “l’atto patriottico”. Su un possibile intervento Nato in Siria resta scettico Anders Foghb Rasmussen, segretario dell’Alleanza Atlantica: “Non ci sono le condizioni. In Libia conduciamo un’operazione basata su un mandato chiaro dell’Onu. Abbiamo il sostegno dei paesi della regione. Queste due condizioni non sono presenti per la Siria”.

Intanto, da quanto dichiara l’emittente televisiva Al Jazeera, la repressione nella città di Hama sta continuando anche nella giornata di oggi: “Sono ancora in città e stanno ancora sparando”. La strage voluta ad Assad non si è concentrata solo nella città di Hama, ma anche a Damasco e Homs i militari hanno attaccato i manifestanti. L’indignazione si fa sentire anche dagli Stati Uniti, dove Barack Obama si è detto “scioccato” per l’accaduto ed ha assicurato che Washington farà di tutto per tentare di isolare il governo siriano.

Dopo l’accaduto in Siria, sia il ministro degli Esteri Franco Frattini sia il governo tedesco hanno chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Una dura condanna è arrivata anche da Angela Merkel: ”La cancelliera Angela Merkel condanna nella maniera più severa i fatti accaduti (ieri) in Siria, auspica che il diritto alla libertà di espressione venga rispettato al più presto e chiede a tutte le forze politiche di impegnarsi nella ricerca di una soluzione pacifica”, queste le parole del vice portavoce del governo tedesco, Christoph Steegmans. Anche dalla Russia, nazione alleata della Siria, arriva la condanna per la repressione efferata e crudele ordinata da Assad.

Intanto il presidente Assad ha dichiarato, in occasione del 66esimo anniversario della fondazione dell’esercito, di essere soddisfatto dell’operato dei suoi militari: “Hanno dimostrato la loro lealtà al popolo, alla nazione e alla fede. Ammireremo i loro sforzi e i loro sacrifici che sono serviti a sconfiggere il nemico, preservando la Siria”.

 

Impostazioni privacy