La casta dà sforbiciata ai suoi costi, ma è ancora poco

Prima di andare in vacanza, oggi Camera e Senato voteranno per le rispettive riduzione dei costi di mantenimento dei loro elefantiaci apparati. Dando seguito a quanto previsto dalla manovra finanziaria 2012-2014, vengono estese le reltaive misure anche al personale dipendente di Montecitorio e Palazzo Madama, nonchè agli ex onorevoli e senatori, con la previsione di una sforbiciata ai loro vitalizi. Già, sforbiciata. Perchè nessuno si attenda che si tratti della fine di un’epoca, quanto tutt’al più il tentativo di “farla meno fuori dal vaso”. Il Senato, ad esempio, ha previsto una riduzione della propria dotazione, il blocco dell’aumento del 3,2% sugli stipendi dei dipendenti, il contributo del 5% sui vitalizi sopra i 90 mila euro e del 10% su quelli sopra i 150 mila euro. Complessivamente, tutte le misure varranno 120 milioni di euro, se si aggiungono anche le previsioni dei mesi scorsi. Anche la Camera stringerà la cinghia, per così dire, con l’applicazione del contributo sui vitalizi, il blocco della dotazione fino alla fine del 2013, il recesso del contratto di locazione di Palazzo Marini, uno degli scandali più vergognosi degli ultimi anni, di cui dovrebbero rendere conto gli ultimi presidenti della Camera che hanno sperperato decine e decine di milioni di euro, per affittare locali mai utilizzati, addirittura, persino anche in ristrutturazione (da quasi dieci anni).

I risparmi della Camera dovrebbero ammontare a 150 milioni in tre anni. Abbastanza? Assolutamente no.

L’ondata di indignazione popolare sui costi della politica non ha smosso il modo di vivere e di pensare della casta. Le sforbiciate sono una presa in giro, perchè hanno solo ilsapore del contentino ma non della presa d’atto che ci sia bisogno di un altro stile. Resta il nodo cruciale delle provincie, che rappresentano sacche di sprechi e di clientelismo a spese del cittadino. Resta il problema della miriade di enti e istituzioni inutili che hanno come unico fine quello di creare poltrone in favore delle seconde linee della politica nazionale e locale (comunità montane, istituti pubblici, CNEL, etc.).

C’è poi da fare attenzione ai costi dei consigli regionali, i quali essendo venti e organi periferici, non riscuotono la giusta attenzione da parte della stampa nazionale, ma sono fonte infinita di sprechi e di privilegi indicibili, i quali continuano imperterriti anche in queste settimane infuocate di dibattito anti-casta, con il tentativo, quasi sempre riuscito, di aumentarsi ancora di più gli stipendi dei consiglieri e di moltiplicare gli uffici inutili.

No, i tagliettini di Camera e Senato non ci bastano.

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