Berlusconi, Italia solida e opposizioni collaborino

Un discorso pacato e della durata di circa mezz’ora, quello che ieri il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, ha fatto davanti ai deputati prima e ai senatori subito dopo. Non a mercati aperti, come inizialmente previsto, perchè alla Camera, il premier ha iniziato a parlare subito dopo la chiusura di Piazza Affari. Una scelta saggia, in periodi di sbalzi eccessivi dei titoli di minuto in minuto. Nel suo discorso, Berlusconi ha sottolineato che l’Italia è un Paese fondamentalmente solido, dove le banche sono ampiamente solvibili e liquide, così come ha rimarcato che le famiglie italiane sono tra le meno indebitate al mondo, malgrado l’alto indebitamento pubblico.

E resta solida anche la politica italiana che, sottolinea il premier, grazie anche al concorso di responsabilità delle opposizioni, è stata in grado di esitare una manovra finanziaria triennale in soli tre giorni. Difende il suo governo e garantisce che l’Italia è e sarà un Paese stabile, perchè la maggioranza c’è e resterà al governo fino alla scadenza naturale del mandato, nel 2013.

Assicura che il deficit sarà ora ridotto in modo più veloce, grazie alla manovra, per tendere al pareggio di bilancio nel 2014. Poi, parla dei costi della politica, spiegando che pur non volendo cavalcare discorsi demagogici, è intenzione del governo di ridurre fortemente le sacche di sprechi, partendo dalle auto blu, dalla riorganizzazione delle province e dall’allineamento degli stipendi dei parlamentari e di tutti i manager pubblici alla media europea. I toni del premier nei trenta minuti di discorso sono stati molto pacati, senza sbavature. Importante, quando egli ha invitato la politica a non seguire il nervosismo dei mercati e ha teso la mano alle opposizioni, per il bene dell’Italia. Poi, al Senato, il discorso, come di consueto è stato replicato per intero. Solo qualche frase risulta essere stata aggiunta a quanto pronunciato poco prima davanti alla Camera. Il premier ha ricordato, infatti, ai senatori che il debito pubblico è una pesante eredità del passato, degli anni ’80, quando la politica è stata in grado di moltiplicarlo per otto.

Sia alla Camera che al Senato, Berlusconi ha fatto suo l’invito di Napolitano a ricercare un clima di coesione e concordia nazionale.

 

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