Il governo si è impegnato ufficialmente ad anticipare il pareggio di bilancio al 2013, anzichè raggiungerlo nel 2014, come previsto fino a quattro giorni fa. E’ uno dei quattro punti del più ampio pacchetto di misure che l’esecutivo metterà in campo, per rassicurare i mercati sulla sostenibilità del nostro debito.
L’anticipo di un anno del “close to balance”, però, comporta nell’immediato un’accelerazione degli obiettivi di risanamento, dovendosi spostare molta parte delle misure previste per il biennio 2013-2014 al biennio 2012-2013. Già l’anno prossimo, potrebbero essere necessari 20 miliardi in più, che dovrebbero provenire interamente dall’anticipo della manovra già varata a luglio.
Tra le ipotesi maggiormente in voga, in queste ore, ci sarebbe una stretta ulteriore sulle pensioni, attraverso una serie di interventi, che punterebbero a rafforzare le riforme già previste in manovra.
La voce più diffusa vorrebbe che vi sia un anticipo della quota 97, per l’ottenimento della pensione di anzianità. In sostanza, a partire dall’1 gennaio 2013, è già previsto che si possa anticipare l’uscita dal lavoro, con 35 anni di contributi e 62 anni di età o 36 di contributi e 61 di età. Questa misura potrebbe adesso venire anticipata al 2012. Si parla di risparmi cumulati in pochi anni, per 1,6 miliardi all’anno.
Altra stretta potrebbe riguardare le pensioni di reversibilità, con la possibilità di ridurre gli assegni, in funzione del reddito.
Si parla anche di anticipare l’innalzamento della pensione di vecchiaia per le donne del settore privato, oggi previsto a partire dal 2020. Sembra certo, invece, un maggiore rigore per le pensioni di invalidità, che passerebbe anche per un probabile limite degli assegni, sulla base del reddito, fino anche alla mancata erogazione per i pensionati oltre un certo limite di reddito.
Altre voci parlerebbero poi di un’estensione del blocco delle rivalutazioni delle pensioni anche per gli assegni inferiori a quanto già stabilito nella manovra finanziaria triennale.
