No allo scudo bis, ma la finanziaria rischia addirittura di peggiorare

Sembra tramontata l’ipotesi di inserire in manovra un nuovo condono fiscale, uno scudo bis che pare piacesse a pochi nella maggioranza ed a nessuno nell’opposizione. Sul finire di giornata arrivano le smentite da parte dei ministri Romani e Matteoli, mentre in precedenza già il ministro Roberto Calderoli lo aveva etichettato come “realtà virtuale” dal raduno a Calalzo di Cadore, che coincide col festeggiamento del compleanno del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Una misura che non verrebbe compresa, in un momento già complicato, mentre pare che proprio la festa per Tremonti a Calalzo sia anche un modo per rinvigorire i rapporti, negli scorsi mesi un pò nervosi, tra Umberto Bossi e l’amico Giulio. La Lega che si erge in questi giorni a “baluardo” dei pensionati che “non si toccano” deve infatti gestire anche la patata bollente dei “maroniani” (che godono di ampie simpatie tra i militanti) che pungolano i vertici per la sgradita questione della sforbiciata agli enti locali.

Dal Partito Democratico e Italia dei Valori arriva abbastanza scontata la bocciatura preventiva al reitero dello scudo fiscale. Pier Luigi Bersani dichiara secco una “opposizione con tutte le forze” e rilancia la sua proposta di tassazione su chi ha già utilizzato lo scudo nel 2009. Antonio Di Pietro a sorpresa chiede invece di rendere pubblica la “lista Falciani“, quella su cui si sta indagando e dove sarebbero custoditi i nominativi di circa 7mila correntisti probabili evasori, sequestrando i beni illegalmente detenuti.

L’atteggiamento delle opposizioni diventa intanto di vitale importanza per un Pdl corroso dai dissensi. Antonio Martino, nome di spicco che insieme al sottosegretario Guido Crosetto pare conferire più credibilità all’estemporaneo movimento dei “frondisti“, minaccia addirittura una manifestazione a Roma contro le tasse. Ma un nuovo fronte interno comincia a marciare in senso contrario al governo, il gruppo che fa riferimento all’ex ministro Claudio Scajola, che annuncia numerosi e significativi emendamenti. La prossima settimana toccherà al neo segretario del Pdl, Angelino Alfano, cercare di mediare con i “dissidenti” che mai come prima tengono sulla graticola il governo di Silvio Berlusconi.

Ecco quindi che sul tappeto tornano numerose ipotesi. Dall’aumento dell’Iva, che per molti sarebbe controproducente, avendo certamente impatto negativo sui consumi, al ritocco delle pensioni di anzianità. Nel Pdl qualcuno insiste perché si mettano di nuovo le mani in tasca ai soliti noti (secondo Bossi il ministro Brunetta spingerebbe in tal senso) ma i sindacati già annunciano battaglia. L’ipotesi più morbida vedrebbe un anticipo al 2012 della quota 97 (35 anni di contributi e 62 di età, oppure 36 e 61) che è prevista per il 2013. Una proposta ulteriore viene da Bossi e riguarda il Tfr, ovvero il dirottamento di quest’ultimo nelle buste paga dei lavoratori, invece di percepirlo in un’unica soluzione al momento in cui si lascia l’impiego.

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