Non toccate i Santi Patroni! I sindaci contro la norma anti-feste

Un crescente movimento di protesta si diffonde tra i Sindaci di mezza Italia, annunciando battaglia contro lo spostamento o accorpamento delle festività dedicate ai Santi Patroni. Ha cominciato la Diocesi di Napoli, accogliendo con sdegno la cancellazione della festa di San Gennaro, forse la più nota in Italia in quanto coincidente con il miracolo della liquefazione del sangue, e subito il sindaco Luigi de Magistris è sceso in campo, unendo la propria voce di protesta a quella del cardinale Crescenzio Sepe. “Una festività di carattere mistico e religioso non può essere condizionata da una manovra economica e ciò è valido anche per feste come il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno, di grande valore simbolico e quindi per rispetto alla storia patria” ha tuonato il primo cittadino di Napoli.

Da Catania tutti schierati a difesa della Festa di Sant’Agata, una celebrazione addirittura inserita dall’Unesco tra i “Beni Antropologici Patrimonio dell’Umanità”. Intervistato dall’agenzia Adnkronos, il sindaco Raffaele Stancanelli lancia l’allarme per l’impatto negativo sul turismo, oltre che sull’umore dei cittadini, e parla di “impossibilità” dell’abolizione della ricorrenza. “Migliaia di persone vengono da fuori per assistere ai tre giorni di festeggiamenti (ma solo il 5 febbraio è ufficialmente festivo) e si ha il tutto esaurito in alberghi e ristoranti“. Il sindaco annuncia tutte le iniziative “nel rispetto della legge” per andare contro la decisione del governo, spiegando che la cittadinanza è visibilmente preoccupata e lo interpella anche per conoscere la sorte del 17 agosto, in cui si celebra il ritorno delle spoglie della Santa in città.

Da Viterbo il deputato e sindaco del Pdl, Giulio Marini, non vuol sentir parlare di abolizione per la festa di Santa Rosa, un vero e proprio spettacolo ogni anno il 3 settembre, che consiste nel trasporto della “Macchina della Santa”, una processione durante la quale una “torre” di 28 metri di altezza e 50 quintali di peso, piena di luci, viene trasportata in spalla da 100 devoti. “La festa di Santa Rosa viene celebrata da 753 anni – spiega il sindaco – immaginare di poter andar contro la tradizione sarebbe un sopruso alla storia della città”. Nella veste di parlamentare, Marini si dice contrario alla norma della finanziaria, ed annuncia emendamenti, addirittura sostenendo che sarebbe preferibile “aumentare il prelievo fiscale piuttosto che rinunciare alle tradizioni“. Infine quella che appare una ammissione ed una esortazione: la misura non produrrebbe “un risparmio effettivo” e quindi -conclude- “troviamo soluzioni per lavorare e produrre di più senza toccare le tradizioni religiose, culturali e sociali”.

Sembra quindi di trovarsi di fronte all’ennesimo pasticcio di una maggioranza che cerca soluzioni abbastanza fantasiose nonchè effimere per evitare di adottarne altre molto più concrete e sostanziose, ma osteggiate dal suo interno.

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