La Fed ha creato la crisi e ora se la prende con le banche UE

E’ di ieri l’annuncio della Federal Reserve che saranno effettuati controlli sulla liquidità delle banche europee, che hanno filiali negli USA. Una vera bomba sui mercati, che domattina rischia di deflagrare, lanciando a Wall Street e alle borse europee il messaggio di una scarsa credibilità degli istituti creditizi dell’Eurozona.

Sconcerta ancora di più che un’iniziativa di tale impatto non sia stata almeno concordata con la nostra massima autorità monetaria, la BCE, nonchè il fatto che a creare allarmismo sia proprio la responsabile numero uno della crisi finanziaria e poi dell’economia reale, che da tre anni coinvolge l’intero pianeta.

Venti anni di politiche monetarie accomodanti della Fed hanno inondato i mercati di liquidità in eccesso, che si è trasformata in un eccesso di consumi, nel settore privato, con una tendenza alla crescita dell’indebitamento. Il brusco rientro effettuato dall’allora governatore Fed, Alan Greenspan, peraltro, segno che l’istituto non abbia una capacità di reazione in tempo agli eventi, a partire dal 2005, ha poi determinato lo scoppio della bolla immobiliare, con la rovina di decine e centinaia di banche, le quali sono rimaste incagliate in centinaia di miliardi di dollari di crediti in sofferenza.

Ma la lezione non è stata imparata a Washington, se è vero che la reazione di politica e Fed alla crisi del 2008 è stato un azzeramento dei tassi e un’ulteriore immissione di liquidità di dollari in circolazione. Effetto: debito e deficit pubblici stellari e riproposizione delle condizioni di una nuova recessione.

Sarebbe opportuno, come da tempo sostenuto dal nostro governatore di Bankitalia, Mario Draghi, in qualità di presidente del Financial Stability Forum, che si eliminassero quegli squilibri globali, che sono la causa di crisi internazionali. E la madre degli squilibri si chiama Fed.

 

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