Libia, assalto finale a Tripoli, ribelli vicini al bunker del Raiss

Dall’inizio di questa mattina sono in atto duri scontri armati nella città di Tripoli.

Gli scontri sono cominciati nel quartiere di Janzour e, da quanto riferisce Al Jazeera, i ribelli sono vicini ad assaltare a Balb al-Aziziya, il bunker del Raiss Muammar Gheddafi. Da quanto hanno raccontato alcuni testimoni, i seguaci di Gheddafi avrebbero preso posto sui tetti di alcune strutture adiacenti al bunker per sparare contro gli insorti in strada. I cecchini, posizionati principalmente sui tetti di due edifici, l’ambasciata nigeriana e l’ospedale Noor Eye, hanno aperto il fuoco per difendere il compound di Gheddafi. Secondo un bilancio provvisorio fatto dagli oppositori di Gheddafi, negli scontri di questa mattina i caduti sarebbero 100. Gli scontri odierni si sono verificati nei soli quartieri di Souq al-Jomaa e Hadb, ma nella giornata di ieri si sono verificati scontri armati in molti altri quartieri di Tripoli.

Nonostante la situazione stia diventando critica per il regime, Muammar Gheddafi non è intenzionato a mollare: il Raiss ha fatto sapere che lui e i suoi fedeli «non abbandoneranno la lotta». Dopo che, secondo il dittatore, nella notte i “ratti” ribelli sono stati respinti, a questo nuovo attacco Gheddafi ha risposto, apparendo in televisione: «Abbiamo molto fiato, siamo nella nostra terra, nel nostro Paese. Resisteremo per sei mesi, per un anno, due anni, e vinceremo. Non ci sottometteremo e questa non è una decisione di Saif al-Islam o di Ghedafi, ma di tutto il popolo libico». Poi, Saif al-Islam, figlio del Raiss, si è rivolto ai ribelli: «Se volete la pace, siamo pronti».

Intanto nell’est della Libia, a Bengasi, la capitale della ribellione, si festeggia l’insurrezione di Tripoli. Tra gli slogan più gettonati, il più usato recita: «Arrivederci Gheddafi!, Dio è grande!». Nonostante Gheddafi non abbia dato alcun segno di volersi arrendere, l’insurrezione di Tripoli viene vista dal popolo libico come la battaglia finale per sconfiggere il dittatore ed il suo regime. Molti uomini e addirittura famiglie intere sono scese in piazza per dare il proprio sostegno alla rivoluzione in atto, che sembra quasi essere arrivata ad un epiologo.

Intanto l’ex numero 2 dell’entourage di Gheddafi, Abdessalem Jalloud, fuggito venerdì da Tripoli, ha condannato il Raiss con parole dure, inneggiando il popolo a rinnegarlo: «Siete una onorevole tribù…Dovete preservare la vostra storia e il vostro onore… Rinnegate questo tiranno perchè lui fuggirà e sarete voi a doverne sopportare le conseguenze».

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