Standard & Poor’s cambia presidente dopo il “downgrade” degli USA

Un’altra svolta clamorosa nella guerra mediatica e ora anche giudiziaria tra la Casa Bianca e l’agenzia di rating Standard & Poor’s. Il presidente di quest’ultima, Deven Sharma, ha annunciato che a partire dal 12 settembre sarà spostato ad altro incarico, pur rimanendo fino alla fine dell’anno in azienda, al fine di “cogliere altre opportunità”.

L’imminente uscita di scena di Sharma sarebbe conseguente alle polemiche che l’amministrazione USA ha acceso contro l’agenzia, per avere subito la perdita della tripla A, per la prima volta nella loro storia.

La casa madre di controllo di S&P, McGraw-Hill, avrebbe fatto pressioni, affinchè fosse revocato l’incarico a Sharma, specie dopo che il Dipartimento di Giustizia federale ha aperto un’inchiesta su alcuni rating assegnati dall’agenzia appena prima del crollo finanziario del 2008, ad alcune società, rivelatesi poi in uno stato di bancarotta, pur godendo di un’ottima valutazione da parte del management di Standard & Poor’s.

A prendere il posto di Sharma sarà Douglas Peterson, attuale ad di Citibank, già a capo della divisione della banca in Giappone, tra il 2004 e il 2010.

McGraw-Hill avrebbe anche espresso l’intenzione di separare la gestione di Standard & Poor’s, isolando la parte relativa al rating. Ciò avrebbe la conseguenza di sgravare la società dei debiti, ma anche quella molto più pratica di evitare che l’agenzia possa essere vittima di ritorsioni, nel caso in cui assegni un giudizio sgradito, attraverso una revoca delle commesse.

Una situazione, quella di S&P, che segue una decisione analoga di Moody’s e che rimarca lo stato di attacco subito dalle agenzie di rating, da parte du alcuni governi, che si ritengono ingiustamente lesi dai loro giudizi. Ma la battaglia più dura è senz’altro quella con Barack Obama.

 

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