Amy Winehouse:la droga non è la causa del decesso

Forse potrebbe aprirsi un vero e proprio caso sulle cause che hanno stroncato la vita della cantante inglese Amy Winehouse: si aprono ipotesi differenti su cui appare sempre più importante fare chiarezza.

L’autopsia e il risultato dei test tossicologici, hanno rilevato solo alcune tracce di alcool nel suo corpo ma di droga neppure l’ombra, che sembrava essere una delle cause più evidenti della sua prematura morte.

A raccontarlo sono alcuni suoi familiari: hanno inoltre  sottolineato però che l’autopsia non ha confermato se l’alcool, per quanto sia presente nel corpo, sia la principale causa del decesso dell’artista ritrovata morta nella sua casa di Camden a Londra.

Restano infatti alcune testimonianze che si scontrano tra loro: il padre sostiene che Amy era riuscita a liberarsi della droga, e lo stesso stava facendo con l’alcool che non toccava da tre settimane:si ipotizzò così che ciò le avrebbe prodotto una crisi d’astinenza che l’avrebbe uccisa. Un pusher londinese, Tony Azzapardi però a poche ore di distanza dalla morte di Amy,  sosteneva di averle venduto dosi di cocaina e di eroina quello stesso giorno, ecco che così si parlò di un cocktail potente di droga e alcool che l’avrebbe uccisa per over-dose.

L’inchiesta definitiva è rimandata ad Ottobre, e mentre si attende di scoprire cosa davvero abbia condotto Amy alla morte, ad un mese dalla sua scomparsa la metropolitana di Camden Town rende omaggio alla sua cittadina più illustre: il ritratto di Amy, fatto dall’artista svedese Johan Andersson, è visibile all’interno della stazione metropolitana della cittadina.

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