Bondi attacca Tremonti, inadeguato e suo operato non positivo

Dalle colonne di “RagionPolitica”, un quotidiano online vicino a Berlusconi e al Popolo della Libertà, l’ex Ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, scrive una sua riflessione a 360 gradi sul Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

E non sono i toni sempre concilianti ed ecumenici, che abbiamo imparato a conoscere da parte di Bondi. Egli fà una prima analisi dell’operato di Tremonti e ammette senza indugio che non può definirlo positivo. Rimarca, però, che il suo giudizio non riguarda la persona del ministro, che stima, sebbene, aggiunge, tale stima non pare proprio essere stata mai ricambiata. Bondi ripercorre le tappe che hanno portato il ministro dell’economia fin qui. Dai primi passi del centro-destra, Tremonti sembrava rappresentare lo spirito più autentico della rivoluzione liberale del berlusconismo, ammette. Indispensabile, poi, la sua mediazione, per giungere all’alleanza con la Lega, a fine anni Novanta. Lasciava ben sperare, dunque, ma le cose, secondo Bondi, sarebbero andate diversamente già con la nomina a ministro dell’economia nel 2001.

Il suo carattere chiuso non gli hanno consentito di raccogliere consenso attorno alla sua azione politica isolata, tanto che furono necessarie le sue dimissioni (chieste da Fini). Ma, ammette l’ex ministro, è con il ritorno al governo nel 2008 che Tremonti non sarà più una risorsa, quanto più un ostacolo al cammino delle riforme. Questo, spiega, perchè egli ha deciso di farsi garante solo del Carroccio e non ha mai ricercato la possibilità di ambire a guidare il PDL, a cui pure formalmente appartiene.

Ma è sul rapporto Tremonti-Lega, che Bondi fa una disamina fortemente negativa. Si domanda come possa una persona intelligente come il ministro pensare che la gente, in questa situazione, possa accettare che egli si faccia ritrarre in incontri con Bossi in canottiera e pernacchia, che non sono certo l’immagine di uno statista di un certo livello.

Fatta salva l’alleanza con la Lega di Bossi, che Bondi non solo non mette in discussione, ma giudica comunque essenziale per il centro-destra, le critiche si concentrano però sul suo modo di concepire tale alleanza, sulla inadeguatezza della sua mediazione con il Carroccio, dato che vi è ormai la consapevolezza che Tremonti più che cercare un accordo con i leghisti, è egli stesso parte di quel mondo, estraneo al PDL.

 

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