Manovra Fiscale: perché devono pagare sempre i redditi bassi e mai i ricchi?

Continuano in maniera ineludibile le polemiche intorno alla Manovra Fiscale straordinaria “ipotizzata” lo scorso 13 Agosto dal Governo per decreto. Su un aspetto voglio però concentrarmi in quest’articolo, abbandonando per un attimo la cronaca delle urla e delle offese reciproche dei nostri politici, sempre meno rappresentativi dei veri interessi di noi cittadini: il contributo di solidarietà.

Premesso che anch’io concordo nel dire che con tale misura si colpiscono i redditi certi (di chi li dichiara o da chi è costretto a farlo perché lavoratore dipendente), rispetto a chi possiede grandi patrimoni immobiliari e magari evade, ma come “cavolo” si fa a criticare così fermamente un provvedimento che va a colpire persone parecchio benestanti? Vi prego basta raccontare la favoletta del “ceto medio”: chi ne fa parte in Italia non guadagna certo 100 mila o 200 mila euro l’anno, ma 15,20,30 forse 40 mila euro l’anno. Ce ne rendiamo conto o no?

A chi guadagna 91 mila euro l’anno (circa 5000 euro o 10 milioni delle vecchie lire nette al mese) si chiede un sacrificio di 50 euro l’anno (il 5% di 1000 euro, cioè dell’eccedente rispetto a 90 mila euro l’anno). A chi guadagna 200 mila euro l’anno, quasi 10 mila euro netti al mese, si chiede un sacrificio di circa 8000 euro l’anno, e dove cavoli sta il dramma? Giusto colpire i grossi patrimoni e gli evasori, ma anche i dipendenti che guadagnano 10 volte più di un operaio o di un impiegato.

Ci stanno inquinando su tv e giornali con discussioni inutili, per farci distogliere l’attenzione dall’unico vero problema: i giocatori miliardari vogliono scioperare per non pagare il contributo di solidarietà, ce ne rendiamo conto, e gli stessi politici vorrebbero forse evitare di pagare questo balzello proporzionale al reddito che si guadagna ogni fine anno??

Soluzione proposta dalla Confindustria: eliminare dalla Manovra il contributo di solidarietà ed  aumentare l’Iva, si badi bene non solo quella sui beni di lusso, ma anche quella ordinaria sui beni di prima necessità, che ricordo andrebbe ad intaccare in UGUALE misura sia i miliardari che i poveri o disoccupati.

Giusto eliminare festività, licenziare i lavoratori, però i ricchi non possono contribuire mai in prima persona, neanche nei momenti di crisi!

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