Occhio per occhio: Alfano vuole eliminare tutte le province

Giornate di intense trattative nella maggioranza, tra il Popolo della Libertà e la Lega Nord, nonchè all’interno dello stesso PDL, alle prese con malumori interni, come quelli dei cosiddetti “frondisti”, capitanati dall’ex ministro della difesa Antonio Martino e dal gruppo di Claudio Scajola. Su un punto pare che la possibilità di giungere a un accordo tra i due partiti siano ridotte al lumicino: le pensioni. Bossi è stato chiarissimo e Calderoli altrettanto.

Non si toccano. La Lega non farà alcuna concessione, anche a costo di fare cadere il governo. Pertanto, Alfano, ieri dal palco di Rimini, per la consueta manifestazione di Comunione e Liberazione, si è limitato a ribadire che i pensionati non verranno certamente toccati, semmai bisogna ragionare su un nuovo patto inter-generazionale, per garantire la pensione futura ai giovani; che uscendo dal linguaggio tecnico, significa trattare per allungare la vita lavorativa. Ma pare che nemmeno sulle pensioni di anzianità il Carroccio ci voglia sentire. Eppure, Bossi e i suoi chiedono meno tagli ai comuni, che stanno facendo imbufalire i sindaci padani.

E siccome i soldi da qualche parte bisognerà prenderli, ecco che il segretario del PDL Alfano, già spernacchiato dal Senatùr, lo avrebbe “gentilmente” ricambiato con la stessa moneta: se la Lega non cede sulle pensioni, allora tagliamo le province e tutte. Una proposta che farà saltare dalla sedia i leghisti, che vogliono tutelare le rendite di posizione acquisite nelle province del Nord, che garantiscono al Carroccio un serbatoio dignitoso di voti.

E poi, leghisti o meno, anche loro tengono famiglia e Bossi non vuole sentire parlare di abrogare le province. Ma la sua inflessibilità a trattare su altri punti della manovra potrebbe essere contraccambiata dal “gentile” Alfano nella indisponibilità sua sul taglio alle province.

Su questo punto, malgrado il PDL non brilli per trasparenza sull’argomento, il segretario potrebbe ricercare un accordo con Casini, che si è sempre detto favorevole solo ad abolire tutte le province, ritenendo una buffonata il taglio parziale. E pensate che succederebbe se il PDL e l’UDC votassero insieme una riforma così popolare e sentita dalla gente. Prenderebbero due piccioni con una fava: metterebbero all’angolo la Lega e avrebbero il consenso popolare.

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