USA, lavoro resta fermo ad agosto e disoccupazione al 9,1%

Brutte notizie sul fronte occupazionale negli USA. Il mercato del lavoro segnala la creazione di soli 17 mila posti nel settore privato, dato che rende stabile sia il numero degli occupati, che il tasso di disoccupazione, che rimane inchiodato al 9,1%. Il settore pubblico, poi, continua a distruggere posti di lavoro.

Riviste al ribasso anche le statistiche dei mesi precedenti, con soli 20 mila nuovi posti di lavoro creati a giugno. La situazione è tra le peggiori dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Molti economisti si stanno chiedendo, sulla base di questi numeri, se l’economia americana non sia già entrata in una fase di pre-recessione.

Quel che è indubbio, però, è che si degradano le cifre sulla durata della disoccupazione. Calcoli del Dipartimento del Lavoro indicano che la metà di quanti non hanno un lavoro, lo hanno perso da più di sei mesi, un fatto del tutto nuovo nella storia economica degli USA, dove il lavoro, quando lo si perde, lo si trova con relativa rapidità, anche in fasi difficili per l’occupazione.

E le cifre dicono anche che nessun presidente, ad eccezione di Ronald Reagan, è mai stato rieletto dal secondo dopoguerra, con un tasso di disoccupazione superiore al 6%. Oggi siamo oltre tre punti percentuali sopra e il trend è negativo.

Non è un caso che lo stesso Obama, dopo essere stato insensibile alle proteste delle aziende e dell’opposizione dei Repubblicani, riguardo all‘introduzione di standard più restrittivi sullo smog, che le analisi indicavano essere probabile causa della perdita di migliaia di posti di lavoro, ora abbia chiesto al Congresso di non fare entrare in vigore queste misure. La fine del sogno della “green economy”, che si scontra con la dura realtà di un mercato del lavoro da salvaguardare. Forse, il segno tangibile del fallimento dei proclami per cui Obama arrivò alla Casa Bianca e brutto segnale per lui, in vista delle prossime presidenziali.

 

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