Per Bonanni lo sciopero è demenziale, ma il fronte della protesta si ingrossa

Il Pd ha finalmente rotto gli indugi, anche alla luce del peggioramento della manovra finanziaria. Pierluigi Bersani, segretario generale, sarà in piazza “insieme con tutti quelli che contrastano questa manovra. Siamo in una situazione drammatica, serve una svolta politica“. L’ultima goccia pare essere stata l’approvazione dell’articolo 8 sul lavoro, con particolari deroghe anche per i licenziamenti senza giusta causa, ed a tal proposito Bersani annuncia che chiederà formalmente lo stralcio del provvedimento. Anche Stefano Fassina, responsabile “economia e lavoro” del partito, e Rita Borsellino, deputata al Parlamento Europeo, rilasciano decise dichiarazioni in sostegno della mobilitazione. Enrico letta, vicesegretario, intervenendo a margine della festa nazionale socialista arriva a parlare di un governo che “ha fatto di tutto” per scatenare una reazione dei lavoratori e che guidando l’assalto all’articolo 18 “getta benzina sul fuoco” dello scontento sociale.

Anche dall’Italia dei Valori appoggia in pieno la protesta, Antonio Di Pietro si aggregherà probabilmente al corteo di Roma, mente il segretario del Lazio, Vincenzo Maruccio, parla di una manovra finanziaria “contro i lavoratori, che riduce il valore delle pensioni e impedisce ai giovani di costruirsi un futuro”. Nichi Vendola, leader di Sel, sarà a sua volta in piazza nella capitale e si dice “grato” alla Cgil per aver avuto il coraggio di allestire da sola la manifestazione. “Sarebbe auspicabile che questa ribellione di popolo fosse il terreno di ricostruzione dell’unità sindacale” ha concluso.

Ma da Cisl e Uil arrivano i soliti “niet”, anche se il terreno comincia a traballare sotto i piedi dei due Segretari generali. Se Raffaele Bonanni col suo solito atteggiamento astioso nei confronti della Cgil parla di “sciopero demenziale che debilita imprese e lavoratori“, dall’interno della Cisl arrivano voci discordanti. La Fim, rappresentanza del settore metalmeccanico, annuncia in contemporanea con quello della Cgil uno sciopero di otto ore, di fatto unendosi alla protesta della Cgil e sconfessando così le indicazioni del suo leader. Anche l’equivalente della Fim facente capo alla Uil, e cioè la Uilm, fa sapere in un comunicato di essere in disaccordo con quanto contenuto nell’articolo 8 della finanziaria, e ne chiede il ritiro.

L’Udc invece, tramite Pier Ferdinando Casini fa sapere che “il momento non è appropriato” per uno sciopero generale. Anche da Fli, tramite Benedetto Della Vedova, si sostiene che trattasi di “sciopero politico” e di non condividerlo. Curioso episodio quello che poi riguarda il quotidiano “Il Corriere della Sera“, con uno scontro a distanza tra il direttore Ferruccio De Bortoli e la Camusso. Il direttore lamenta l’impossibilità di far arrivare il giornale nelle edicole a causa dell’astensione dei poligrafici, e raccoglie la solidarietà Danilo Galvagni e Tullio Falarti, segretari generali della Cisl e della Fistel/Cisl di Milano. “Esprimiamo disagio per le pressioni indebite esercitate dall’organizzazione di Susanna Camusso” dicono i due ed annunciano una manifestazione di protesta davanti alla sede del giornale.

Chissà che finalmente le carte non si stiano rimescolando e che le sino ad oggi granitiche posizioni di Cisl e Uil, improntate solitamente alla supina accettazione di qualunque abuso ai danni del mondo del lavoro, portato avanti dai governi Berlusconi, non si incrinino davvero. Sarebbe davvero ora, a cominciare dal cambio di vertici che hanno ormai fatto il loro tempo.

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