La Francia tassa le bevande gassate: prima fra tutte la Coca-Cola

Aumentano ogni giorno e sempre di più le tasse: si tassano le sigarette, gli alcolici e la benzina e i loro prezzi crescono vertiginosamente. Ma mai ci si sarebbe aspettati una tassa sulla bevande che ormai sono entrate nell’uso comune e quotidiano della stragrande maggioranza delle famiglie.

E’ quello che è successo in questi giorni in Francia, dove il governo – in occasione della manovra finanziaria – ha deciso di istituire una tassa sulle bevande gassate a zucchero aggiunto. Il ministro François Fillon e il governo tutto, giustificano la cosa mettendola sul lato della salute: le bevande gassate e zuccherate fanno male e sono tra i principali fattori che portano all’obesità. Tassa quindi su Fanta, Sprite, Orangina (la bevanda nazionale al gusto di arancia) e soprattutto il colosso mondiale Coca-Cola che è già sul piede di guerra e fa sapere di essere indignata del fatto che si voglia far passare questa bevanda come la causa primaria dell’obesità.

Nemmeno i cittadini francesi sembrano aver gradito la cosa perché, se è vero che l’idea così proposta sembra auspicare ad un buon proposito, è vero anche che – incidendo la tassa di solo 1 centesimo sul prezzo finale della bibita – questo di sicuro non scoraggerà i consumatori (che non si accorgeranno nemmeno dell’aumento di prezzo!) né dall’acquistare né tanto meno dal consumare bevande gassate. Ecco quindi che la “tassa anti-obesità”, più conosciuta ormai come “tassa sulla Coca-Cola”, sembra essere più una sorta di risanamento del deficit economico che grava sul governo francese.

Anche l’ Italia, secondo quanto detto da Massimiliano Dona, Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), pare essere d’accordo con la “trovata” dei francesi.

Quello che resta da chiederci è: si arriverà davvero un giorno – come molti ormai scherzando (ma non troppo purtroppo) dicono – a pagare la tassa sull’aria che respiriamo?

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