Pubblico e critica divisi da “Quando la notte” della Comencini

Aspre e villane le critiche, astiosa la reazione: in poche parole si può così riassumere il risultato della prima proiezione stampa del secondo film italiano in concorso a Venezia, “Quando la notte“, diretto dalla regista Cristina Comencini e interpretato da Claudia Pandolfi e Filippo Timi.

La stampa ha semplicemente dilaniato la pellicola con giudizi negativi, in un contesto di fischi e sgnignazzi del tutto inopportuni.

La risposta rabbiosa della regista è arrivata pronta e decisa: “la reazione è stata inaudita, atipica, ognuno è libero di reagire come vuole ma non credo che nel mio film ci sia un’ immagine comica né mi sembra che brilli per grandi battute. Evidentemente in certi festival non sono accettate le emozioni. Questo è un film molto silenzioso, scandito da pochissime parole. Inoltre ci sono due tre momenti emotivi molto forti. Ma ci vuole coraggio anche a provare emozioni”, ha aggiunto appassionata.

La regista si è poi soffermata sulla trama della pellicola, tratta dal romanzo omonimo scritto di suo pugno: “le donne non ne parlano mai. Preferiscono nascondere sotto il cappello dell’istinto materno le difficoltà. Invece la maternità si paga, ti ruba qualcosa. E nello stesso tempo ti regala un’esperienza unica, l’incontro con l’altro”.

La pellicola è infatti la storia di una madre che vive un momento di solitudine, e si trova in viaggio con un figlio che non riesce a gestire. Qui incontra un uomo che vive il suo stesso disagio. I due sapranno comprendersi e aiutarsi vicendevolmente.

Un film duro, senza mezze misure, che guarda senza paure al lato più cruento della maternità. Un film che probabilmente va guardato e capito con lentezza. E il pubblico questo l’ha colto, distaccandosi dal giudizio accanito della critica e levandosi in applausi scroscianti.

A spezzare una lancia in favore della regista è intervuta poi anche la protagonista, Claudia Pandolfi: “le interessava l’ambivalenza dei sentimenti e la fatica che si fa per emergere dai conflitti. Tra madre e bambino voleva rimettere al centro l’uomo”, ha spiegato.

E, evidentemente, ambivalente è stata anche la risposta al film, che senza esagerare ha letteralmente aperto il ‘caso Comencini’!

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