Caso Penati (PD), si indaga su scalata Unipol e su appartamento

Gli inquirenti di Monza, che indagano sul caso Penati, stanno spostando la loro attenzione sul tentativo del gruppo assicurativo Unipol di scalare la BNL, avvenuto nel 2005, ma risoltosi in un nulla di fatto, a causa dell’apertura di un’inchiesta, che portò all’iscrizione nel registro degli indagati dei vari protagonisti della faccenda, tra cui Giovanni Consorte.

E’ noto, infatti, come Unipol sia vicina al mondo delle coop rosse e agli ex DS, oggi PD, tanto che sempre nel 2005 l’allora segretario dei DS, Piero Fassino, esclamò al telefono “abbiamo una banca”. Gli inquirenti hanno messo in relazione la scalata con un’altra operazione sospetta, quella dell’acquisto di Penati del 15% della società Milano-Serravalle da parte del Gruppo Gavio, sempre nel 2005, in qualità di presidente della provincia di Milano. L’affare, inutile da un punto di vista societario, fruttò ai Gavio una plusvalenza di 179 milioni di euro. Due milioni servirono allo stesso Penati per restituire una vecchia tangente intascata dall’imprenditore Piero Di Caterina, mentre qualche decina di milioni si sospetta che siano serviti ai Gavio per scalare Unipol, con il benestare dei vertici locali dei DS.

Un intreccio complesso di interessi, in cui, tuttavia, al centro c’era il sistema politico dei DS, poi PD, e il mondo delle cooperative. Ma c’è ancora un altro elemento su cui la Procura vorrebbe fare luce nella immensa faccenda di Penati. Riguarda un immobile, in cui Filippo Penati avrebbe risieduto fino all’apertura dell’inchiesta nei suoi confronti, di proprietà di un imprenditore. Pare che subito dopo avere appreso della notizia delle indagini, Penati abbia immediatamente lasciato l’abitazione.

E nell’affare viene coinvolto, sebbene ancora non si sappia a quale titolo, anche il consulente economico di Romano Prodi, Angelo Rovati, all’epoca in cui questi fu presidente del consiglio tra il 2006 e il 2008, intercettato mentre cerca di vendere un’abitazione ai Gavio. Per la Procura si potrebbe trattare dello stesso appartamento di Penati, ma l’interessato smentisce, sostenendo che trattasi di un appartamento di famiglia di 800 metri quadrati, al centro di Bologna.

Insomma, il caso Penati sta schizzando fango un pò su tutti i livelli della sinistra, non soltanto a livello locale e sono in tanti a credere che possa causare la fine della segreteria di Bersani-D’Alema.

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