Chiomonte, nuove proteste No Tav, gas e bombe carta

Nuovi scontri e manifestazioni violente a Chiomonte contro la costruzione della linea Tav: gli scontri sono durati fino alle 4 del mattino. Si è trattata di una vera guerriglia, tant’è che si è dovuta bloccare la A32 Torino-Bardonecchia per aclune ore. L’autostrada è stata occupata da una trentina di manifestanti e la Digos ha proceduto con l’arresto di due ragazze che erano intente a bloccare l’autostrada, un’autonoma di Chiomonte e un’anarchica di Rovereto.

Gli scontri si sono concentrati attorno al cantiere Torino-Lione, dove circa 300 manifestanti incappucciati e vestiti di nero, con maschere antigas e armati di spranghe e cesoie hanno tentato di attaccare l’area del cantiere. Larga parte dei manifestanti provenivano dal centro sociale Askatasuna e dai gruppi anarchici torinesi, i rimanenti erano appartenenti ai gruppi No Tav della valle. I danni più consistenti sono stati rilevati in prossimità del varco 4, vicino al museo, dove la rete di protezione è stata tagliata per circa dieci metri. L’attacco è iniziato con il lancio di pietre e bombe carta in prossimità delle recinzioni, dove erano situati i reparti anti-sommossa di polizia e carabinieri. Carabinieri e poliziotti hanno suonato la carica sugli scudi anti-sommossa, rispondendo al lancio delle bombe carta con i fumogeni. Quando hanno deciso di attaccare i black bloc, sono riusciti a farli disperdere nella boscaglia.

Nonostante le rassicurazioni dei capi del movimento, i No Tav si sono recati al cantiere per una manifestazione violenta, che era stata precedentemente architettata. La battaglia, durata ore, ha fatto interpretare alle forze dell’ordine il ruolo di “cacciatori”, costretti ad inseguire nei boschi i black bloc in fuga.

Dopo l’accaduto, oggi a rilasciare delle dichiarazioni forti è stato il Ministro dell’Interno Roberto Maroni: «Ho sentito che il sindacato di polizia Sap dice che questi hanno intenzione di uccidere: io temo sia così, perchè quando si prendono le bombe carta, le molotov, i massi da lanciare addosso a poliziotti e carabinieri si ha intenzione di uccidere».  Per Maroni gli scontri in Val Di Susa sono provocati per “uccidere”: «Lo avevo detto – ha aggiunto il ministro – e lo ribadisco, questa è la mia opinione».

Infine il Ministro ci ha tenuto a ribadire che nessuno ha intenzione di desistere: «Siamo assolutamente determinati e in grado di gestire la situazione. I cantieri andranno avanti, questi qua si rassegnino perchè l’opera continuerà».

Impostazioni privacy