Il Ministro Sacconi sempre più solo: la norma sui licenziamenti facili sarà revisionata

L’attacco da ogni dove di tutte le forze politiche e sociali responsabili di questo Paese all’articolo 8 dell’ultima Manovra Fiscale, che dava il via libera alla deroga dei contratti collettivi nazionali sta dando i suoi frutti. Vi avevamo riferito di come le posizioni di Cisl e Uil si fossero avvicinate sensibilmente a quella della Cgil negli ultimi giorni, e ieri un altro passo, seppur ancora formale, è stato compiuto: è passato a larghissima maggioranza alla Camera un ordine del giorno del parlamentare del Pd Damiano (Governo d’accordo con il Pdl che ha votato a favore, astenuti soltanto Fli e Lega Nord), che impegna il Parlamento a rivedere le disposizioni contenute nell’articolo 8 della manovra, attraverso una concertazione ed un accordo con tutte le parti sociali, per redigere una norma interamente conforme agli indirizzi dell’accordo del 28 giugno 2011.

Il ministro Sacconi dichiara seccato: “L’articolo 8 sara’ modificato quando le parti sociali saranno tutte d’accordo”, mentre le opposizioni guidate dal Pd gridano ad un ministo tradito dalla propria stessa maggioranza, e di un’ulteriore riprova di un governo-farsa.

Stefano Fassina in particolare, responsabile Economia e Lavoro Pd, commenta così: “È una sconfessione politica del ministro Sacconi che, dopo la contrarietà delle forze sindacali, vede bocciato anche da una parte dei suoi l’atto di sabotaggio compiuto nei confronti dell’accordo unitario sulla riforma del modello contrattuale e sulla democrazia nei luoghi di lavoro. Il ministro Sacconi, dopo l’imbarazzante retromarcia sulla geniale trovata in merito all’annullamento del riscatto dei periodi di servizio militare e degli anni di laurea, colleziona un’altra sonora sconfitta politica dalla sua Maggioranza. Se possedesse un minimo di dignità politica, dovrebbe dimettersi”.

Ora però, pur comprendendo la legittima soddisfazione di parte delle opposizioni, meglio non depotenziare quest’importante successo attraverso l’utilizzo di una polemica aggressiva allo scopo di guadagnare terreno politico, ma concentrarsi affinchè tale ordine del giorno, largamente condiviso, trovi seguito in una modifica sostanziale della norma, oppure in uno stralcio della stessa.

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