Erdogan in Libia acclamato come modello dalla folla

La Libia vive ormai il dopo Gheddafi. Nonostante città come Sirte, Bani Walid, Jufra e Sheba non si siano ancora arrese e formalmente restano sotto il controllo delle milizie gheddafiane, è il Cnt a capo del governo provvisorio che dovrà transitare lo stato nordafricano verso la democrazia. E ieri, per il venerdì di preghiera, a Piazza dei Martiri a Tripoli, ribattezzata Piazza della Rivoluzione, migliaia di persone attendevano l’arrivo di Recep Tayyip Erdogan, il premier turco, che ha voluto pregare insieme al presidente Jalil, unendosi agli altri fedeli. Erano tante le bandiere libiche e quelle con la mezzaluna della Turchia. La folla lo ha acclamato e sono incontrovertibili le parole scandite dai fedeli “Libia come la Turchia”. Sì, perchè a Tripoli più che a guardare a improbabili modelli occidentali, si ammira apertamente il modello turco, ossia quello di uno stato islamico moderato e democratico allo stesso tempo. E’ la soluzione ideale, in effetti, per chi, all’interno del mondo arabo, vuole vivere in un sistema democratico e garante delle libertà, ma senza rinunciare a una propria identità religiosa mussulmana.

Lo ha detto chiaramente anche il presidente Jalil a Erdogan a fine preghiera: “Il nostro modello è uno stato islamico democratico come la Turchia”. Per Erdogan si tratta dell’ennesimo riconoscimento di ruolo guida del suo Paese e di un successo personale che ormai sta diventando la nota più importante da sottolineare con il nuovo corso arabo. Il tour di Erdogan tra gli stati che si sono recentemente sbarazzati dei loro regimi autoritari ha ottenuto un riscontro forse inatteso nelle dimensioni anche dallo stesso protagonista.

Dopo avere battuto le resistenze interne del mondo militare e avere sfidato apertamente Israele, non sembrano esserci più ostacoli per Erdogan riguardo alla sua incoronazione a leader del nuovo Medio Oriente e Nord Africa. Lo dimostrano persino alcune formalità in Libia, ma che hanno un significato non di secondaria importanza. Le visite del premier inglese Cameron e del presidente francese Sarkozy sono state liquidate con incontri di qualche mezz’ora. Quella di Erdogan non solo ha avuto una molto più lunga durata, ma ha ottenuto il riscontro popolare.

Non ultimo, si guarda con forte interesse anche ai successi di Erdogan in economia, con una Turchia in pieno boom, che crea posti di lavoro e ricchezza. E le rivolte arabe sono scoppiate proprio per le difficoltà economiche in cui versano le popolazioni.

 

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