Risparmio amministrato e gestito in aumento

Crisi o non crisi, gli italiani non si smentiscono mai quando di tratta di mettere i soldi da parte, magari per i periodi più bui come quelli che purtroppo il nostro Paese sta attraversando. Questo tra l’altro rende l’Italia un Paese decisamente più virtuoso rispetto alla Grecia; l’Italia, a fronte di un debito pubblico tra i più alti del mondo, infatti, può vantare su uno stock di risparmio privato che, allo stesso modo, è molto elevato. Cosa che ad esempio S&P non ha probabilmente considerato nel tagliare il rating sul debito sovrano dell’Italia da “A+” ad “A” con implicazioni negative.

Non a caso, stando ai dati dello scorso mese di luglio 2011 comunicati dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI) nel suo Outlook Mensile, presso le banche italiane ci sono a custodia titoli per un controvalore pari a ben 1.571 miliardi di euro, di cui quasi la metà detenuti direttamente dalle famiglie consumatrici. Il dato interessante è che su base annua lo stock di titoli a custodia presso le banche, per controvalore, è cresciuto del 3,6% anno su anno, ovverosia si è incrementato di circa 54 miliardi di euro.

Nel dettaglio, la quota di titoli in controvalore detenuta dalle famiglie consumatrici, al 31 luglio del 2011, era pari al 45,5%, mentre la restante fetta se la spartiscono le istituzioni finanziarie, le imprese di assicurazione, le società non finanziarie, le Amministrazioni Pubbliche, le famiglie produttrici ed i non residenti. Il tutto, al 31 dicembre del 2010, a fronte di ben 22 milioni circa di dossier titoli presenti presso gli istituti di credito italiani.

 

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