Grecia al varo della tassa su immobili paralizzata da scioperi

Potrebbe essere oggi l’ultima spiaggia per Atene. Tra qualche ora, il Parlamento dovrà votare l’introduzione dell’imposta sugli immobili, che porterebbe complessivamente 4,8 miliardi di euro da qui alla fine del 2012. In sostanza, oltre due punti di pil saranno racimolati tassando le case dei greci, come se in Italia si varasse una super-Ici di 16 miliardi all’anno, pari a una riscossione media pro-capite di oltre 260 euro.

E in un Paese stremato da tre anni consecutivi di recessione, con un pil previsto in calo quest’anno intorno al 5%, si moltiplicano gli scioperi, con la capitale che da ieri è paralizzata, proprio in vista del voto di oggi. Non tutti i deputati della maggioranza sono d’accordo con il nuovo provvedimento presentato dal ministro delle finanze Evangelos Venizelos. Si conterebbero sei potenziali defezioni, che per una maggioranza di 154 per i socialisti del Pasok su 300, determinerebbe la bocciatura della manovra.

Per questo, si attende con trepidazione l’approvazione della misura impopolarissima, che per la Grecia rappresenta l’ultima chance di vedersi approvare il rilascio della sesta tranche di aiuti per 8 miliardi ad ottobre. Tuttavia, da fonti europee si comunica che difficilmente i ministri delle finanze dell’Eurozona potranno già dare il loro placet alla nuova fetta di prestiti al vertice del 3-4 ottobre.

Ma un ennesimo rinvio sul da farsi, dopo il flop di fatto del vertice Ecofin di Wroclaw rischia di far saltare definitivamente i nervi ai mercati, dove già corrono da giorni insistenti le voci di un default controllato della Grecia, con il rimborso del 50% del valore nominale dei bond. E per non parlare del voto tedesco sugli aiuti, previsto per dopo domani, che se non dovesse essere approvato autonomamente con i voti della maggioranza al Bundestag, porterebbe a un terremoto politico in Germania. E poi sui mercati.

 

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