Spagna, Zapatero scioglie Camere. Si vota il 20 novembre

Il primo ministro spagnolo Luis Zapatero ha chiesto al Re Juan Carlos la firma del decreto di scioglimento delle Camere per dare vita alle prime elezioni politiche anticipate dell’era post-franchista. Il Re ha firmato e pertanto ufficialmente si sa che si andrà a votare il 20 novembre, in anticipo di soli quattro mesi dalla scadenza naturale della legislatura. Le elezioni sono state anticipate dai socialisti al governo, nella speranza di un recupero di consensi, sfruttando la consueta maggiore occupazione estiva, dovuta alla stagione turistica. Tuttavia, i sondaggi continuano ad andare di male in peggio per il Psoe.

Stando alle intenzioni di voto espresse dagli spagnoli, i socialisti si fermerebbero al 31,4%, mentre i popolari del PP di Mariano Rajoy otterrebbero un ottimo 46,1% e la maggioranza assoluta dei seggi (189 su 350, contro i 121 dei socialisti). Il motivo di tale impopolarità di Zapatero, che non si ricandida per il terzo mandato, sta nella più grave crisi economica che la Spagna abbia mai vissuto negli ultimi 80 anni, con un tasso di disoccupazione al 21%, ben il 44% tra i giovani, un pil che non cresce e il pericolo di un tanto temuto default, a causa della forte crisi del bilancio pubblico e per la crescita dello stesso indebitamento privato.

La decisione di porre fine anticipatamente alla legislatura è stata presa dopo la sconfitta clamorosa e storica dei socialisti alle amministrative di maggio, quando il Partito Popolare di Rajoy ha trionfato ovunque, ottenendo un boom di voti anche nelle roccheforti storiche del Psoe, come Barcellona e Valencia. La vittoria dei popolari è attesa con particolare entusiasmo dalla Chiesa Cattolica, dato il clima di scontro frontale che ha caratterizzato l’era zapaterista, con le sue leggi contrarie all’etica cattolica, come i matrimoni gay e le adozioni per le coppie omosessuali.

Data la profonda crisi che sta investendo il Paese e se dovesse confermarsi alle urne il dato chiaro della vittoria dei popolari, il nuovo governo potrebbe già essere insediato prima di Natale. Un messaggio di stabilità lanciato ai mercati. E il premier ha deciso di lasciare la politica attiva, progettando un trasferimento con la moglie e le due figlie in Castiglia.

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