Berlusconi: le accuse giudiziarie e le critiche politiche provenienti da ogni parte cominciano a stritolarlo?

Chiunque in Italia, di Destra, di Centro o di Sinistra, berlusconiano o antiberlusconiano, non ha potuto fare a meno che riconoscere in questi anni la grande tenacia di Silvio Berlusconi, le mille energie del Cavaliere, di fronte alle molteplici difficoltà politiche e giudiziarie, davanti alle quali è quasi sempre uscito vincitore. Gli anni sono passati, ma la sua immagine nonostante fosse oggetto di satira e critiche popolari, difficilmente veniva significativamente scalfita nel segreto dell’urna elettorale. Negli ultimi mesi però è sufficiente osservarlo per capire che le difficoltà, sempre crescenti, cominciano a stritolarlo. Gonfio, stanco, più truccato del solito, molto meno desideroso di apparire davanti alle telecamere.

Crisi Finanziaria e nuove/vecchie accuse giudiziarie per la prima volta l’hanno portato a designare il suo successore (Angelino Alfano), un passo che sembrava non potesse arrivare mai di fronte al protagonismo ed alle mille risorse di una persona che ha sempre perseguito il successo, in ogni campo nel quale è stato impegnato.

Tutti sembrano però ormai averlo abbandonato: nelle ultime ore gli attacchi della Chiesa tramite il Cardinal Bagnasco (“troppa immoralità nel Mondo Politico”), due addirittura in meno di 24 ore, seppur indiretti; la Confindustria, che la sua visione politica capitalista ha sempre cercato di sostenere, è arrivata al punto di preparare  un Manifesto d’iniziative (vista l’incapacità del Governo) per rilanciare un Paese in grossa crisi. Cisl e Uil, da tempo in una posizione morbida nei confronti della sua politica, hanno cominciato a cambiare atteggiamento dopo l’ultima Manovra Fiscale, che se la prende soprattutto con i ceti meno abbienti, sfiorando appena i grossi redditi e non toccando affatto i patrimoni. In Parlamento le Opposizioni sono sempre più dure nell’aggettivare i pochi provvedimenti di una Maggioranza sempre più labile.

L’ultima di oggi è la risposta dura ed ironica dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) al Governo: “L’assunto che sia possibile un’infrastrutturazione generatrice di sviluppo a costo zero o è una chimera o è una presa in giro”. In fondo l’unica cosa che non costerebbero nulla e porterebbero grossi vantaggi per i cittadini sarebbe la liberalizzazione/abolizione degli ordini professionali, ma le caste, appunto, sono ad oggi le uniche categorie di persone che restano fedeli al Governo o di cui quest’ultimo ha paura, proprio perché i suoi rappresentanti sono numericamente forti sia alla Camera che al Senato (ieri addirittura Pdl e Lega hanno provato, senza riuscire, a far passare in Parlamento una norma fautrice di un nuovo ordine professionale, quello dei dentisti).

Sulle difficoltà giudiziarie del Premier inutile parlarne qui, visto che tv e giornali da sempre non discutono d’altro, ed allora la domanda è questa: dopo aver designato il proprio successore, Silvio Berlusconi dovrà recedere anche dall’intento di terminare comunque la legislatura (con buona pace anche del suo agiografo Minzolini), oppure si dimostrerà ancora una volta più forte di ogni ostacolo?

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