Consumi famiglie: potere d’acquisto in calo

Nel secondo trimestre del corrente anno in Italia, al netto dell‘inflazione, il potere d’acquisto delle famiglie è sceso dello 0,2% rispetto al primo quarto del 2011, e dello 0,3% rispetto allo stesso trimestre del 2010. Pollice verso nello stesso trimestre anche per la propensione al risparmio, che ha fatto registrare una diminuzione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, e dell’1,2% rispetto al periodo aprile-giugno del 2010. Decisamente più incoraggianti, anche se non entusiasmanti, sono i dati sul reddito disponibile e sulla spesa delle famiglie; nel dettaglio, su base congiunturale nel secondo trimestre del 2011 il reddito disponibile delle famiglie in Italia, stando a quanto comunicato dall’Istat, è aumentato dello 0,5%, mentre la spesa per consumi delle famiglie è aumentata dello 0,9%.

Appresi i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), la Federconsumatori è intervenuta con una nota affermando che, a causa delle manovre inique e sbagliate dell’attuale Governo in carica, purtroppo in Italia il potere d’acquisto delle famiglie non potrà far altro che peggiorare. In base alle stime dell’Associazione dei consumatori, infatti, le ricadute negative sulle famiglie italiane con le manovre saranno pesanti per il triennio 2012-2014 come segue: 937 euro medi a famiglia nel 2012, che salgono a 1.806 euro nel 2013 per poi schizzare a 2.031 euro nel 2014.

Insomma, gli effetti delle manovre finanziarie, stando a questi dati, risultano essere palesemente recessivi con ricadute negative sui consumi, sulla tenuta dei bilanci delle famiglie, e sul prodotto interno lordo nazionale che, non a caso, nel 2012 dovrebbe crescere all’incirca dello 0,3% stando alle attuali previsioni.

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