Asta frequenze, incassati 3,9 mld. Da assegnare solo banda 2000

E’ andata ben oltre le previsioni l’asta per l’assegnazione delle frequenze analogiche, che a partire dal prossimo anno saranno rese libere con il passaggio al digitale terrestre. Il ministero delle finanze aveva prudenzialmente iscritto a bilancio per il 2011 un introito complessivo di 2,4 miliardi di euro, puntando al taglio lineare delle voci di spesa, nel caso di entrate inferiori.

Ma ieri, il ministero per lo sviluppo economico ha comunicato gli ultimi dati, che parlano di introiti per 3,9 miliardi di euro, riguardo all’assegnazione di tre delle quattro bande all’asta: 800 MHZ, 1800 MHZ, 2600 MHZ. Resta ancora da assegnare solo la banda 2000, dato che l’asta per tale frequenza si chiuderà solo quando non ci saranno più rilanci per un numero prestabilito di giornate.

E’ stato, infatti, il gioco dei rilanci, ossia la possibilità di offrire un prezzo di almeno il 3% superiore alla propria offerta in busta o a quella degli altri operatori, che ha fatto lievitare il prezzo di aggiudicazione.

Si sa, inoltre, che il maggiore esborso è stato sostenuto dai primi due operatori mobili, Tim e Vodafone, con circa 1,26 miliardi a testa. Segue Wind con 1,1 miliardi. Fanalino di coda H3G, con una spesa di soli 305 milioni e che è rimasta a bocca asciutta riguardo alla più importante banda del settore, la 800 MHZ.

L’ad di Telecom Italia, Franco Bernabè, ha un pò polemizzato per il fatto che i soldi dovranno essere sganciati oggi, mentre le frequenze saranno disponibili solo tra un anno e mezzo. Questo rende impossibile, secondo l’amministratore, investimenti immediati nel settore. Il quale, però, beneficerà dei maggiori introiti incassati sul previsto, per 800 milioni di euro in nuovi investimenti.

 

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