Uomo paralizzato per errore medico, moglie risarcita per danno sessuale

Un errore dei medici può provocare dei danni non solo al paziente che rimane vittima dello sbaglio, ma anche ai suoi familiari: è quanto ribadito anche dal Tribunale di Tolmezzo, in provincia di Udine, che ha sancito il risarcimento danni per la moglie di un uomo costretto su una sedia a rotelle per un ritardo nella diagnosi. In particolare, i giudici friulani hanno stabilito che l’errore medico, andando ad incidere sul funzionamento dell’apparato genitale del marito, abbia causato un “danno sessuale” alla donna.

I giudici si sono espressi su un episodio che risale a cinque anni fa: siamo, infatti, nel 2006 quando Mario Pressan, 67 enne autista in pensione di Arta Terme (provincia di Udine), si rivolge all’Ospedale di Tolmezzo per forti dolori alla schiena; nell’ospedale friulano l’uomo è curato con degli antidolorifici.

Soltanto ulteriori esami clinici dimostrarono che l’uomo soffriva della sindrome della cauda equina: si tratta di un disordine neurologico che porta alla compressione dei nervi del fascio inferiore della spina dorsale e ha tra i suoi sintomi la debolezza motoria degli arti inferiori. In questo caso la compressione dei nervi era dovuta ad un’ernia e la situazione richiedeva un urgente intervento chirurgico. Il ritardo della diagnosi ha invece causato l’impossibilità di una completa guarigione per Mario Pressan, costringendolo su una sedia a rotelle; per l’uomo, oltre alla paralisi, si è avuta anche la compromissione dell’apparato genitale. Proprio per questo, nel chiedere il risarcimento danni nei confronti della azienda sanitaria ”Alto Friuli”, oltre all’uomo, davanti al tribunale si è presentata anche la moglie che ha chiesto il riconoscimento del danno alla sua vita provocato dall’errore medico.

La sentenza dei giudici ha stabilito la fondatezza della richiesta della coppia di Arta Terme: così, insieme al risarcimento per l’uomo, è arrivato anche quello per la moglie. Il Tribunale di Tolmezzo ha infatti stabilito che l’azienda sanitaria dovrà risarcire Mario Pressan con 300mila euro; i giudici hanno inoltre deciso che alla  moglie dovranno essere corrisposti 30mila euro perché la compromissione dell’apparato genitale dell’uomo, dovuto al ritardo della diagnosi da parte dei medici dell’ospedale di Tolmezzo, ha leso il diritto della donna di “intrattenere rapporti sessuali con il marito” causandole quindi un danno.

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