La censura corre sul web: accusato di vilipendio per status su facebook

Viviamo davvero in un periodo strano, un’era storica in cui è consentito tanto ai pochi e poco ai tanti, un arco di tempo dove il deputato leghista di turno (tanto per dirne una) può permettersi di offendere chi vuole, tanto poi le sue offese sono fatte rientrare all’interno del “folklore leghista”, mentre un normale cittadino si vede poco a poco privato della libertà di espressione.

Questa è davvero un’epoca strana, un’epoca in cui un’enciclopedia libera, in cui gli utenti condividono il sapere, è costretta a scioperare contro una legge che consente a chiunque di richiedere una rettifica, senza che un giudice terzo decida da che parte sta la ragione. Periodo strano il nostro, dove lo scandalo è la pubblicazione delle intercettazioni e non il contenuto delle stesse; un po’ come dire: possiamo fare ciò che vogliamo, l’importante però è che non si sappia.

In un momento storico come questo può capitare anche che la giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera sia chiamata a decidere se un normale cittadino debba continuare ad essere indagato per vilipendio. La sua colpa? Aver criticato, magari con toni accessi e non certo eleganti, il Governo, attraverso la sua pagina Facebook. Proprio così: se la richiesta presentata dal pm Minisci avesse il parere favorevole dalla Giunta, Vincenzo Lo Zito si troverebbe indagato per vilipendio a causa dei post pubblicati sul noto social network. Lo Zito è un maresciallo della Croce Rossa noto agli utenti del web per la sua azione moralizzatrice fatta all’interno della stessa organizzazione; per lui ora il rischio è quello di essere sottoposto a processo per aver semplicemente espresso la propria opinione, magari in maniera sarcastica e spesso non signorile, nei confronti del rappresentanti del governo.

Cosa avrà scritto mai di così pesante Vincenzo Lo Zito per attirare su di sè le attenzioni dei pubblici ministeri? Claudia Fusani, per L’Unità, ci riporta alcuni frasi pubblicate dal maresciallo e inserite nella richiesta presentata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere: “il ministro La Russa ci manda a scopare per strada a Napoli” (in riferimento all’impiego dell’esercito durante l’emergenza rifiuti, ndr), oppure “il caro Silvio non poteva scegliere conduzione migliore al Pdl, baciamo le mani Angelino” o ancora “Oggi il verme di Arcore, noto anche cu.. flac… otterrà dalla sua maggioranza di nominati e comprati, mignotte comprese, l’immunità perpetua da ogni processo; nulla importa a questi banditi che decine di migliaia di vittime non avranno più la speranza di ottenere giustizia” (in riferimento al processo breve, ndr).

Momento strano davvero il nostro, dove l’Italia vive una delle crisi economiche più difficile degli ultimi decenni e il pensiero primario del Governo sembra essere mettere il bavaglio alla libertà di espressione.

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