Francia: Hollande avanti alle primarie, ma vittoria di misura

Oltre due milioni sarebbero i francesi che si sono ieri recati alle elezioni primarie del Partito Socialista, per eleggere il candidato della gauche per le prossime presidenziali di maggio. Il segretario ad interim dei socialisti ha parlato di “ondata democratica”, per sottolineare il successo dell’iniziativa, che prende vita per la prima volta in Francia, sul modello di ispirazione americana. Persino dall’Eliseo si commenta positivamente, sottolineando la partecipazione democratica dei francesi. Ma quando sono state già scrutinate 1,7 milioni di schede, oltre l’80% del totale, i risultati sono ben diversi dai pronostici della vigilia.

François Hollande è in testa, ma si deve accontentare del 39% dei consensi, contro un ottimo 31% del segretario del PS, Martine Aubry. E la grande sorpresa è la netta affermazione di Arnaud Montebourg, il candidato no global, che ha raccolto il 17% dei voti, ponendosi al terzo posto nella classifica dei sei candidati alle primarie e relegando in quarta posizione il disastroso 7% di Ségolène Royal, che soltanto quattro anni e mezzo fa correva contro Sarkozy alle presidenziali.

Dunque, sarà necessario il ballottaggio di domenica prossima per sciogliere il nodo di chi dovrà rappresentare i socialisti nella corsa all’Eliseo e i dati di ieri suggeriscono che il risultato sarà tutt’altro che scontato. Se da un lato Hollande parte avvantaggiato dagli otto punti di distacco sulla Aubry, è interessante adesso vedere quali indicazioni di voto daranno gli outsider, a partire da quel Montebourg, così snobbato fino a poche ore fa. Il suo bottino di consensi potrebbe andare con maggiore probabilità verso un candidato più identitario della gauche, che tra Hollande e Aubry è certamente la seconda. Per non parlare dei consensi della Royal, che potrebbe scegliere la Aubry, se non altro perchè Hollande è stato suo marito fino al 2007.

Un esito confuso, che non darebbe al momento alcun mandato forte all’uno o all’altro candidato. A dirla tutta, pare che abbia vinto un po’ più la protesta che la proposta, come i voti di Montebourg dimostrano. Per i socialisti resta l’indubbio successo della partecipazione al voto di oltre due milioni di elettori, ma l’incognita è con quale margine vincerà uno dei due candidati. Il rischio è di trovarsi dilaniati in due parti di quasi identica misura, a ridosso del voto di maggio.

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