Germania, cresce sentimento anti-euro. Popolarità ai minimi per la Merkel

La fiducia nell’operato del governo federale guidato dal cancelliere Angela Merkel è ai minimi termini secondo un sondaggio ieri pubblicato sul “Bild am Sonntag” e realizzato da Emnid. Soltanto il 12% degli intervistati esprime fiducia nel centrodestra della Merkel, mentre il 41% dei tedeschi sarebbe propenso per un governo di Grosse Koalition, ossia che metta insieme CDU-CSU e SPD, come è stato di recente tra il 2005 e il 2009. I socialdemocratici della SPD riscuoterebbero un tasso di fiducia del 33%. E soprattutto tra gli elettori conservatori, il 61% ritiene che tra due anni si andrà verso una grande coalizione, cosa che auspica solo il 40% degli elettori socialdemocratici. Ma dalle intenzioni di voto dei tedeschi emergono anche alcune curiosità. Il 9% di loro sarebbe disposto a votare per un candidato dei Piraten alla cancelleria di Berlino. La formazione ha un’impronta fortemente libertaria e ha ottenuto il mese scorso il 9% nella capitale Berlino, alle elezioni comunali. Pare che peschi soprattutto tra i delusi della CDU-CSU, ma anche dai Verdi, accusati di avere tradito la genuinità del programma iniziale.

Ma se questa è la nota di colore, meno divertente è l’altro dato che il sondaggio esita. Il 41% dei tedeschi sarebbe disposto a votare per un partito anti-euro. Il voto sarebbe particolarmente concentrato in regioni come la Baviera, la Sassonia e la Turingia, ossia in Laender elettoralmente molto più conservatori della media nazionale.

Scomparirebbero, sempre secondo il sondaggio, i liberali della FDP, alleati della CDU-CSU di Angela Merkel, che otterrebbero non più del 3% su base nazionale, inferiore alla soglia del 5% per potere entrare al Bundestag. I conservatori della CDU-CSU resterebbero, invece, malgrado tutto, primo partito con il 32% dei consensi, seguiti dal 28% della SPD, il 17% dei Verdi, che otterrebbero un vero boom e il 7% della Linke.

Dunque, la maggioranza attuale al governo federale riscuoterebbe un miserrimo 35%, contro un eclatante 55% della coalizione SPD-Verdi. Il dato è particolarmente significativo, perchè la situazione economica della Germania è tutt’altro che cattiva, con una crescita del pil quest’anno al 3%, un tasso di disoccupazione ai minimi negli ultimi venti anni e una leadership forte nella UE. Ciò evidenzierebbe come i pessimi risultati elettorali della Merkel alle amministrative siano legati essenzialmente alla rabbia crescente dei tedeschi contro l’euro e gli aiuti agli stati in difficoltà.

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