Per il Formigoni dissidente è già “metodo Boffo”, ora è anche ingrato

Era prevedibile che la “rivelazione” di Roberto Formigoni avrebbe causato delle reazioni spiacevoli, ma ancora non è chiaro fin dove si spingerà la levata di scudi del Pdl e se finirà come con Gianfranco Fini, con una rottura traumatica. “Non sara’ Silvio Berlusconi il nostro candidato nel 2013, e’ una scelta ormai compiuta dal presidente ma va portata a conoscenza dei nostri alleati, degli elettori, degli interlocutori politici” aveva annunciato il governatore della Lombardia con molta decisione, giusto un paio di giorni fa, accompagnando ciò con l’ennesima richiesta di elezioni primarie per il Pdl e caldeggiando una apertura a Pier Ferdinando Casini.

Ma di lì a poco Angelino Alfano aveva indirettamente risposto picche, continuando addirittura a sognare una improbabile vittoria alle elezioni del 2013, sempre e comunque con lo stesso leader per la futura coalizione, alla faccia di tutti i “largo ai giovani” che pur si pronunciano a profusione ad ogni convegno del partito. “Accantonare Berlusconi sarebbe impraticabile ed ingiusto“, concludeva quindi il segretario del Pdl, riferendosi alle richieste dell’Udc.

Ma le “grandi manovre” per arginare il crescente dissenso nella maggioranza non si sono certo fermate qui, ed ecco partire all’attacco un redivivo Sandro Bondi che deplora un un Formigoni “ingrato” e definisce la richiesta di mettere in soffitta Berlusconi un “suicidio politico”. Il Bondi-pensiero è completamente in controtendenza con il sentore dei critici: “La battuta d’arresto che si è verificata in questi ultimi anni in seguito alla rottura con Casini e con Fini non puo’ essere certamente imputata a Berlusconi. Occorre comunque riprendere questo obiettivo, perchè gli elettori moderati, per quanto divisi in diversi partiti, restano la maggioranza”. Insomma tanto rumore per nulla, ciò che la quasi totalità degli analisti politici sostiene è tutta una bufala, non tacendo quanto affermato ormai da anni dagli stessi leader di Udc e Fli a proposito del fatto che è stato proprio Berlusconi ad assumere delle posizioni assai diverse da quelle che avevano cementato l’alleanza originaria, con o senza “bunga bunga”.

Purtroppo c’è anche da dire che “Il Giornale” non si è fermato all’intervista a Sandro Bondi e, come accade spesso, è andato ben sopra le righe, titolando a caratteri cubitali “FORMIGONI COME VERONICA” e teorizzando quindi una improbabile somiglianza comportamentale tra il politico e l’ex moglie del premier, utilizzando toni addirittura “macabri” come in questo passo:

“…usa la stessa tecnica usata pochi anni fa dalla signora Veronica Lario. Cioè umiliare e inca­strare il premier dalle pagine del giornale, La Repubblica , che del premier vuole la morte…[…]…ma anche di sudditanza per una sini­stra che, se prendesse il potere, i Formigoni li appenderebbe a testa in giù in una riedizione di piazzale Loreto…”

Insomma, come dire: se fai squadra con Silvio Berlusconi è come se te lo sposassi e se decidi di “divorziare” preparati ad una battaglia senza esclusione di colpi. E per sapere cosa ne pensa l’altro “pilastro” della carta stampata berlusconiana, e cioè “Libero“, basti citare il recentissimo titolo, che non ha bisogno di commenti: “Scajola, Pisanu, Formigoni, ecco i nuovi nemici del Cav“.

Si lascerà quindi intimidire “l’indomito” governatore lombardo, fervente cattolico, ex democristiano nonchè membro di spicco di Comunione e Liberazione? Non è ancora prevedibile. Per il momento, a margine di un incontro alla stazione Cadorna di Milano, Formigoni ha voluto ribadire che ci sono “Problemi sul tappeto ormai sono chiari a tutti e che vanno risolti altrimenti si incancreniscono” e, stuzzicato dai giornalisti sui recenti attacchi, ha infine risposto: “Il Giornale? Francamente non l’ho nemmeno letto”.

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