Francia, dibattito TV tra Aubry e Hollande. Attesa per domenica

A tre giorni dal secondo turno di ballottaggio per le primarie del Partito Socialista, in Francia si sono sfidati in un dibattito televisivo su France 2 i due candidati rimasti in lizza, Martine Aubry e François Hollande. Nulla di scoppiettante e di mediaticamente esaltante. Il dibattito è stato a tratti soporifero, per il resto molto tecnico, come stessero facendo gli esami. Nessun colpo basso, nessuno scontro vero e proprio. Un balletto di cifre e il tentativo forse ricercato di non apparire troppo diversi. Alla fine, l’unico punto di reale differenza è stato sul numero di nuovi insegnanti da assumere: 30 mila per la Aubry, ma allora Hollande le chiede di trovare 2,5 miliardi.

Nessuna scintilla, ma del resto pensare che fosse un Hollande a creare animazione in TV sarebbe stato troppo. Sulla base dei dati di domenica, Hollande parte favorito di 8 punti su Aubry, meno del previsto, ma il ballottaggio potrebbe essere tutta un’altra cosa. Il candidato anti-mondialista Arnaud Montebourg ha ottenuto il 17% dei voti, in grado di determinare il prossimo vincitore, qualora questi consensi si muovessero in blocco. E il fatto più positivo per Aubry è che Hollande e la sua politica centrista e moderata sono invisi al No global, che potrebbe optare apertamente per lei. Se poi aggiungiamo che lo striminzito 7% dei voti della Royal potrebbe prendere più la direzione di Aubry che di Hollande, tra due giorni, allora è facile immaginare che i giochi non sono affatto segnati.

E proprio questo ruolo di ago della bilancia potrebbe determinare il corso del prossimo candidato Ps alle presidenziali e, in caso di vittoria, anche la politica dell’Eliseo. Sono bastati 200 mila voti per spostare il Ps a sinistra, su posizioni di rincorsa all’anti-mondialismo e al ritorno dell’anti-capitalismo, almeno nei toni.

Vale, quindi, la pena di chiedersi se tutto questo spazio alle posizioni di Montebourg, minoritario anche a sinistra, sia meritato o se non sia il frutto di un rischio insito in ogni elezioni primaria svolta in Europa. Che la base militante di altri partiti, cioè, si rechi in massa a determinare il risultato in casa altrui. E’ successo domenica scorsa, con i militanti della gauche comunista, che hanno votato in massa per Montebourg. E spostato l’asse del Ps a sinistra.

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