Cina pronta a investire in Europa in cambio di riforme

La voce circola da ieri, dopo che il vertice del G20 a Parigi si era concluso. Il “Sunday Times” rilancia la notizia, per cui la Cina, per mezzo di una delegazione capeggiata dal ministro degli esteri Xie Xuren, avrebbe proposto un’offerta segreta ai Paesi dell’Eurozona, che consisterebbe nella possibilità di grossi investimenti per decine di miliardi di euro, in cambio di riforme serie strutturali da parte dei governi dell’Area Euro.

In sostanza, i cinesi sarebbero pronti a investire nelle infrastrutture europee per svariati miliardi, disponibili anche a comprare l’aeroporto di Atene, che da tempo sarebbe in attesa di privatizzazione. Non solo: Pechino aumenterebbe la propria esposizione verso i titoli di stato, attraverso le sue banche, a patto che i governi dell’Eurozona chiariscano l’entità del buco di bilancio e si impegnino in modo credibile a tagliare la spesa pubblica e a fare riforme serie, per rilanciare l’economia.

La prima fetta di acquisti cinesi avverrebbe tramite il colosso HNA. Non è la prima volta che tali ipotesi circolino in Europa. E gli stessi dati hanno mostrato una certa esposizione della Cina verso gli stessi bond italiani, considerati appetibili per i loro rendimenti. Pechino detiene già il 4% del debito pubblico italiano, pari a circa 75 miliardi di euro, ma potrebbe incrementare la sua esposizione verso tutta l’Area Euro.

Le risorse per gli investimenti derivano dalle immense riserve di valuta straniera, calcolate in circa 3500 miliardi di dollari, per effetto del cronico attivo nella bilancia commerciale, conseguente a un tasso di cambio volutamente tenuto sotto i livelli di mercato. In fin dei conti, gli investimenti cinesi sarebbero una forma di “risarcimento” per una crisi, le cui cause vanno individuate negli squilibri globali di USA e Cina.

 

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