Torna in alto mare la riduzione dei parlamentari, Bianco si dimette

Settimana nera in Parlamento per alcune delle cosiddette “grandi riforme” spesso annunciate ma poco concretizzate. Si inizia alla Camera, col rinvio a data da destinarsi della tanto decantata (e, a detta dei più, sostanzialmente inutile) riscrittura dell’articolo 41 sulla libertà di impresa, dopo due giorni in “trincea”, con la maggioranza che ha cercato di “precettare” per quanto possibile i suoi esponenti per evitare di andare sotto, un compito reso più arduo dal nubifragio avvenuto a Roma. Al Senato, invece, scoppia una furibonda polemica sul “mini” Ddl bipartisan che riduceva a 750 il numero dei parlamentari che improvvisamente è stato inserito dalla maggioranza nell’elefantiaco Ddl Calderoli, che si propone anche di riformare l’intera struttura dello stato, con la creazione del Senato delle Regioni e separando i compiti di Camera e Senato.

Il relatore in commissione sulla riforma, Enzo Bianco del Partito Democratico, si è dimesso per protesta a seguito del cambio di rotta del Ddl: ‘Su questo nuovo provvedimento solo dilatorio non ci metto la faccia”, ha dichiarato contrariato in conferenza stampa.

Per Bianco, la decisione di dichiarare da un lato una “urgenza” sul Ddl Calderoli di riforma costituzionale e dall’altro la decisione della commissione di far tornare indietro quello sulla mera riduzione del parlamentari, per unificare l’esame dei due provvedimenti, rende “…evidente che l’unica volonta’ della maggioranza e’ quella di rallentare le decisioni sul numero dei parlamentari, se non quella di affossarlo definitivamente. Se non siamo riusciti in 3 anni e mezzo a farne nulla in commissione, non e’ verosimile che riusciremo a farne qualcosa in 3 mesi”, ha concluso. Anche la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, dichiara che nella situazione precedente la legge era praticamente in dirittura d’arrivo, mentre adesso si teme che venga “insabbiata la questione” e interpreta a modo suo la mossa del Pdl: ”Hanno un problema molto serio: una maggioranza cosi’ in difficolta’ deve rassicurare i parlamentari che il loro numero non sara’ tagliato e che non ci sara’ una chiusura anticipata della legislatura, da cui potrebbe derivare una loro eventuale non rielezione”.

Tutte accuse che sono state respinte immediatamente dal capogruppo del Pdl Maurizio Gasparri, che le etichetta come una sterile nonchè menzognera polemica da parte dell’opposizione: “Noi vogliamo ridurre il numero dei parlamentari , ma farlo con un Parlamento migliore e più efficace. Se c’è la volontà politica, il ddl del governo si può approvare prima della pausa estiva del 2012“.

Vien da chiedersi, appunto, se questa volontà c’è o no, oppure dare ancora un’altra chiave di lettura ed inserire la questione, insieme a tante altre, tra quelle che rientrerebbero nella “exit strategy” del governo Berlusconi, ossia avanzare alcune proposte ampiamente condivise che andrebbero a naufragare con la caduta dell’esecutivo, dando poi come al solito la colpa all’opposizione, per la serie “Noi volevamo farlo ma…”.

Impostazioni privacy