India alzi tassi, crescita e inflazione in frenata

La Reserve Bank of India (RBI) ha alzato i tassi per la tredicesima volta dal 2010, dando seguito alle misure di politica restrittiva per contenere la crescita dei prezzi. I tassi sono stati ritoccati dello 0,25% o 25 punti base, passando dall’8,25% all’8,50%. La notizia ha colto di sorpresa gli analisti che si attendevano mediamente tassi stabili per il mese di ottobre.

L’ennesimo ritocco al rialzo dei tassi praticati dalla banca centrale sui prestiti effettuati alle banche commerciali indiane è stato dovuto all’alto livello di inflazione, che nel mese di settembre si è attestata al 9,72%. Tuttavia, grazie alla politica monetaria restrittiva, l’RBI conta nei prossimi mesi di riportare l’inflazione in area 7%. Al contempo, si dovrebbe assistere per il 2011 a un tasso di crescita del pil del 7,6%, lievemente più basso dell’8% precedentemente stimato.

L’India, come la Cina, soffre di una crescita impetuosa dei prezzi, conseguenza anche degli alti tassi di crescita della propria economia, anche se a differenza di Pechino non ha un tasso di cambio fisso. Lo scorso anno, proprio di questi tempi, era esplosa una vera e propria rivolta popolare per la quadruplicazione del prezzo della cipolla, bene base della cucina indiana.

Ma alla notizia dell’annuncio della RBI di un aumento dei tassi, si è assistito a un drastico calo dei tassi sul decennale dei titoli pubblici locali. Infatti, oggi un bond a 10 anni rende l’8,69%, in calo del 12% da ieri, record di discesa dal dicembre 2010. Questo abbassamento potrebbe sembrare contraddittorio, rispetto al fatto che i tassi salgano, ma è dovuto alla fiducia degli investitori di un aumento più contenuto dei prezzi nel lungo periodo, per effetto proprio delle manovre della banca centrale.

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