Tunisia, islamici moderati vincono elezioni con il 40%

Adesso è ufficiale, anche se non mancano ritardi sulla comunicazione dei risultati iscritti a verbale in alcuni seggi. Ennahda, il partito islamico moderato, ha vinto le elezioni politiche tunisine, le prime libere e democratiche del dopo-ben Alì, riportando il 40% dei consensi e almeno 72 dei 217 seggi in palio (ma alcuni devono ancora essere assegnati). La commissione elettorale indipendente ha diramato i dati, che mostrano un successo oltre le attese per la formazione di Rashid Gannouchi. La vittoria è stata così ampia che i principali partiti rivali della sinistra l’avevano riconosciuta a qualche ora di distanza dal voto, ammettendo la loro sconfitta. Adesso toccherà a Ennahda guidare il nuovo governo di transizione, incaricato di gestire il Paese fino a nuove elezioni tra circa un anno, mentre l’Assemblea Costituente redigerà la nuova Costituzione.

E l’Occidente guarda con sentimento contrastante a quanto sta accadendo a Tunisi. Da un lato, lo stato nordafricano potrebbe essere un modello di ispirazione per gli altri Paesi usciti di recente da dittature, come Egitto e Libia, per il suo modo di transitare pacificamente verso la democrazia, con un’amplissima partecipazione popolare alle urne ed elezioni effettivamente libere e corrette.

Dall’altro canto, però, si guarda con sospetto all’ascesa degli islamici al potere, temendo che una deriva religiosa islamista. Ma Gannouchi rassicura che non sarà così e afferma che il suo partito sarà come i cristiano-democratici in Europa, religioso, ma rispettoso delle istituzioni laiche e democratiche. Il modello di ispirazione resta la Turchia di Recep Erdogan e il suo Akp. Tante le promesse fatte in campagna elettorale, dall’abbassamento del tasso di disoccupazione a una crescita media per il prossimo quinquennio del 7%, a un maggiore reddito pro-capite.

Ma sarebbero in corso anche trattative per formare un governo con il partito di sinistra Ettakatol, che secondo i dati ancora non definitivi, avrebbe riportato un discreto successo di voti. I rispettivi leader confermano i contatti. Restano, pertanto, all’opposizione le sinistre del PDP, il Partito Democratico Progressista, e il CPR, il Congresso per la Repubblica. Sarà Ennahda l’azionista di maggioranza dell’Assemblea che dovrà riscrivere la costituzione. Molte le incognite, ma la certezza al momento è di un mandato forte.

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