Tassa sui giochi: fare cassa sui sogni dei cittadini

La condizione economica delle famiglie sta peggiorando, con la conseguenza che sono sempre di più i cittadini che, spesso pericolosamente, si rifugiano nel gioco al fine di sognare una vincita che offra il riscatto di una vita a base di ristrettezze e di difficoltà. Nonostante tutto ciò, a partire dall’anno 2012 sarà introdotta una tassa sui giochi che sono gestiti dai Monopoli di Stato, ma in questo modo si rischia da un lato di inasprire ulteriormente l’incentivazione al gioco, e dall’altro di fare cassa sulla salute dei cittadini. Al riguardo la Federconsumatori ha ricordato come in Italia quello dei giochi rappresenti una grande industria con un fatturato annuo pari a ben 72 miliardi di euro.

Non sono di certo rari i casi di ludopatie, ovverosia di persone “ammalate” di gioco che spesso addirittura per continuare a giocare ed a sognare la “svolta” contraggono prestiti. Così come al gioco spesso, altrettanto pericolosamente, si avvicinano i giovani, ragion per cui servono anche campagne di informazione e di sensibilizzazione al gioco che non si trasformi in un azzardo.

D’altronde oramai i modi ed i canali per giocare sono tanti, e spaziano dall’online alle ricevitorie, così come nuovi canali di vendita sono stati già sperimentati per la vendita delle lotterie istantanee, una formula di gioco che attira spesso tante persone aggrappate alla speranza, quasi sempre vana, di diventare milionarie. Riguardo alla tassa sui giochi in vigore dal 2012, questa sarà pari al 6% sulle vincite che superano il livello dei 500 euro in accordo con quanto confermato dal Direttore dell’AAMS nel corso di un’audizione in Parlamento.

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