Lega e parte del Pdl tentano il “calcio dell’asino” contro Mario Monti

Ultimo giorno da Presidente del Consiglio per un Silvio Berlusconi che si dice abbia ancora la “febbre da stress” addosso e che per dare le dimissioni attende solo l’approvazione definitiva della legge di stabilità. Il probabile successore, Mario Monti, è intanto già al lavoro, nonostante nelle ultime ore la sua nomina non sia più scontata, a causa della preconcetta ostilità da parte della Lega e del “rebus” Pdl che dovrebbe disvelarsi fra stasera e domani, dopo che il vertice del partito avrà elaborato ufficialmente la posizione da sostenere presso il presidente della Repubblica. Monti, che già ha ricevuto il plauso dei media internazionali e di alcuni capi di Stato esteri (non tacendo quello del Direttore del FMI) potrebbe quindi essere premier già alla riapertura dei mercati di Lunedì prossimo, mercati che hanno mostrato inequivocabili segni di apprezzamento, dando respiro alla nostra allarmante situazione economica, con buona pace di chi ancora fa “il finto tonto” per non capire che nell’immediato non esistono vie d’uscita meno “traumatiche” di quella che il Colle sta intraprendendo di concerto con le forze parlamentari più responsabili.

Bene ha fatto ieri Pier Ferdinando Casini a “bacchettare” le proposte confuse che arrivano dalla parte più esagitata del Pdl, che tenta di spingere per un Lamberto Dini premier (su imposizione dei leghisti, quando si dice “il nuovo che avanza”) o addirittura per Angelino Alfano: “Non complichiamo la vita a chi dovrà fare il governo…ci vuole un appoggio convinto, forte, solidale e responsabile, margini per ambiguità, scherzetti o incertezze non ce ne sono…” ha dichiarato il leader Udc a margine di un convegno alla Camera.

E così, fino all’ultimo minuto si prevede uno scambio di colpi tra i “pragmatici” ed i “fanatici” del Popolo della Libertà. Tra i primi troviamo Roberto Formigoni, che auspica dalle colonne del Corsera un via libera a Monti da parte dell’ufficio di presidenza del partito: “In tempi normali avremmo dovuto andare alla urne. Ma in questa situazione di eccezionalità serve un governo diverso, con una larga base parlamentare” e, per la prima volta da giorni, rimbalza sui media anche il parere di Mara Carfagna, che lancia un appello affinchè la Lega Nord ci ripensi, esortandola a lasciar perdere i particolarismi e pensare a “salvare il paese”: “Io penso che le elezioni siano la strada maestra ma non possiamo permetterci due o tre mesi di campagna elettorale, il Paese soffrirebbe. Non ce lo possiamo permettere. Non reggeremmo” dichiara in una intervista a La Stampa.

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Ma il Carroccio, tramite Roberto Maroni, delude le aspettative di un partito maturo che faccia una volta tanto l’interesse dell’Italia tutta, insistendo con dichiarazioni che hanno il gusto di un “ricatto” politico: “Se il Pdl entra nel governo e la Lega rimane fuori, va in crisi un sodalizio iniziato nel 1994 e non è affatto scontato che si possa tornare insieme. Silvio Berlusconi lo sa bene, glielo hanno detto anche Maurizio Sacconi e Renato Brunetta, perche’ su questo i ministri del Nord sono d’accordo”.

Sul fronte invece degli “schiamazzi” e dell’irresponsabilità più sfrenata, va sicuramente segnalata la manifestazione di stamane a Milano, dove qualche centinaio di persone hanno risposto agli appelli dei “guru” del giornalismo berlusconiano e si sono riuniti al teatro Manzoni di Milano per ascoltare le filippiche di Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti che si sono scagliati contro l’idea del governo di transizione, invocando a gran voce elezioni anticipate. Ci si chiede il perchè di tanta insistenza, mentre il Paese necessita di una “cura da cavallo” e gli ultimi sondaggi danno “l’odiato” centrosx in deciso vantaggio. Delusione probabilmente per i politici presenti, che si limitavano ai soli Gianfranco Rotondi e Daniela Santanchè.

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Intanto, sempre in mattinata, coloro che sulla stampa berlusconiana vengono indicati da giorni come gli ultimi “traditori” del governo, ossia Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Luciano Sardelli, hanno fatto nascere all’interno del gruppo Misto della Camera la componente “Costituente popolare liberale-Pli”, insieme ad Enzo Scotti per “Noi Sud”.

E se malauguratamente i “bastian contrari” avranno successo e la settimana prossima l’Italia non avrà di nuovo una guida (si spera migliore della precedente) e cadrà vittima di una speculazione finanziaria senza precedenti, sarà ben chiaro (perlomeno alle persone ragionevoli) chi saranno i -veri- “traditori” di tutto il nostro Paese.

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