Champagne in Piazza del Quirinale per le dimissioni di Berlusconi

ANSA ORE 21:00 “Il Presidente del Consiglio ha rassegnato le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica”, a renderlo noto in una nota ufficiale Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica italiana. Atteso al Quirinale dal Presidente della Repubblica, ma in realtà da tutta Italia, per rassegnare le sue dimissioni da Presidente del Consiglio nelle mani di Giorgio di Napolitano, Silvio Berlusconi ha lasciato Palazzo Grazioli, come annunciato, intorno alle 20:30. Una folla di centinaia di persone lo attendeva fuori dalla dimora romana: ad affrontarsi detrattori assiepati che aspettavano di festeggiare il giorno della “liberazione dopo anni di incubo” e che hanno intonato l’immancabile Bella ciao, ma anche alcuni sparuti incalliti sostenitori.

Una folla festosa, non violenta e non più arrabbiata l’attendeva in Piazza del Quirinale, dove al suo arrivo si è brindato a champagne. Non sono tuttavia mancati momenti difficili per le urla e per i fischi, nonché quando si è levato un canto “Berlusconi al 41bis” (articolo dell’ordinamento penitenziario noto come “carcere duro”), tanto che Berlusconi ha preferito lasciare il Colle da un’uscita secondaria, così come ha eluso anche la folla radunatasi davanti a Palazzo Grazioli, dove si è ritirato entrando dal retro.

Termina così il IV governo Berlusconi, con una notizia che dopo pochi minuti ha già fatto il giro del mondo e che le più importanti testate giornalistiche titolano con veri e propri affondi nei riguardi del nostro ex-premier. Già da giorni, dall’annuncio delle dimissioni, la stampa internazionale bolla il cavaliere come colui “che sta dietro l’economia più pericolosa al mondo” (Time Europe), che andandosene “lascia il suo paese sull’orlo del baratro” (Le Parisien) o, come spiega Le Monde, “lascia l’Italia come l’ha trovata, il suo bilancio è misero”  sottolineando la stasi e l’impaludamento dell’economia italiana, che nella lunga parentesi non ha conosciuto crescita, riforme (sempre annunciate, giammai effettuate), cambiamenti, nessuna svolta, se non quella relativa ai suoi affari e ai suoi processi: bilancio severissimo.

E pensare che lui la crisi l’ha pervicacemente negata, fino alla recente conferenza stampa al vertice G20 di Cannes dove ha dichiarato: “Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni”. E invece quello che non sono riusciti a fare gli scandali a luci rosse, i processi, le imbarazzanti bugie, è riuscita a farlo la crisi economica. Sembra vittima della legge del contrappasso e, paradossalmente, è proprio la crisi a disarcionarlo, tanto che l’on. Bruno Tabacci è arrivato a prevederlo:  “Come è vero che Berlusconi è entrato in politica per salvare le proprie aziende, così ne dovrà uscire per salvarle”.

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