Red list, l'elenco delle specie animali e vegetali in via d'estinzione

Cattive notizie dall’International Union for Conservation of Nature, che ha appena diffuso la nuova Red List, la lista delle specie animali e vegetali in via d’estinzione che annualmente viene stilata dalla suddetta unione mondiale. Una lista che ogni anno tira le somme sulla situazione del nostro pianeta, tenendo conto delle perdite subite, ma anche dei recuperi riusciti.

Purtroppo nella maggior parte dei casi bisogna fare i conti con un maggior numero di perdite, ossia di nuove specie animali e vegetali minacciate dal rischio estinzione. Quest’anno i maggiori rischi riguardano i mammiferi, circa il 25% di essi sarebbero a rischio estinzione, tra questi il già noto rinoceronte di Java e circa il 40% di rettili del Madagascar, tra cui camaleonti, gechi, scinchi e serpenti. A tal proposito sono state create nuove zone di salvaguardia, nel tentativo di tutelare le specie.

Nella lista rossa a rischio anche gli anfibi, dato particolarmente preoccupante dal momento che essi svolgono un ruolo fondamentale nell’ecosistema e sono considerati addirittura gli indicatori della salute dell’ambiente.

Per quanto riguarda il mare, sono i tonni a versare nella situazione peggiore, con condizioni specifiche a seconda della specie di tonno.

La situazione delle piante non è migliore. Queste, infatti, non hanno la stessa attenzione delle specie animali e molte di esse scompaiono per sempre, senza nemmeno che l’uomo se ne renda conto. Nella lista rossa della IUCN, però, le piante ci sono e anche qui i dati sono preoccupanti. L’abete d’acqua cinese, ad esempio, presente in Cina e Vietnam, è attualmente in pericolo critico di estinzione; causa principale del declino è la perdita di habitat dovuta all’agricoltura intensiva.

Dinanzi a questa lista rossa si ha la sensazione di assistere ad un crollo graduale dell’ecosistema. Ogni anno dati sempre più preoccupanti minacciano qualche specie animale e del tutto inutili sembrano essere i programmi di recupero. Un barlume di speranza, però, proviene dalla stessa Red List, dove non tutte le notizie sono cattive.

“Abbiamo la prova che i programmi di salvaguardia funzionano se attuati in tempo”, afferma Jane Smart, direttrice del programma Global Science, la quale ha il piacere di far notare che non tutte le specie definite in via d’estinzione, poi, finiscono con l’estinguersi. Alla fine del XIV secolo, una specie particolare di rinoceronti bianchi era arrivata a poco più di cento esemplari, oggi se ne contano circa 20mila e ancora, il cavallo di Przewalski, considerato estinto nel 1996 è stato reintrodotto.

“ La conservazione funziona se eseguita in maniera tempestiva, ma senza una forte volontà politica e le risorse, le meraviglie della natura e dei suoi servizi potrebbero andar persi per sempre”.

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